RENZI LA FA E IL GOVERNO GIALLOVERDE LA METTE IN PRATICA. ALLA FACCIA DI TUTTE LE PROMESSE SULLA RIVALUTAZIONE  DEGLI INSEGNANTI

Antimo Di Geronimo

 

 

Dal 1° gennaio prossimo i dirigenti scolastici avranno un aumento di stipendio di 450 euro netti. E’ l’ultimo tassello della riforma Renzi, la famosa legge 107/2015, impropriamente definita “Buona Scuola”: una legge il cui intento è quello di inasprire il rapporto gerarchico verticale tra docenti e presidi, con buona pace del principio della libertà di insegnamento previsto dall’art. 33 della Costituzione.

Principio posto a tutela del diritto dei cittadini ad essere formati in un sistema scolastico che possa fare di loro dei soggetti liberi e consapevoli e non dei servi abituati ad obbedire, nella speranza di captare le briciole che cadono dalla tavola del padrone.

Il governo Gentiloni, probabilmente, si è ben guardato dal corrispondere l’aumento prima delle elezioni. Salvo stanziare i soldi per renderlo possibile. Perché, se lo avesse fatto, gli insegnanti e il personale non docente della scuola si sarebbero accorti che gli incrementi retributivi assegnati ai presidi sono 9 volte più alti di quelli corrisposti a docenti e non docenti che, per contro, hanno ricevuto appena 50 euro mensili.

Il megaumento ai presidi, che coincide più o meno con l’importo di una pensione sociale e corrisponde ad un terzo della retribuzione mensile di un docente supplente o neoimmesso in ruolo, si collega a sua volta ad un’idea di società in cui le sperequazioni di reddito tra chi ha potere e chi no sono la regola.

Il corollario di questa regola è quello della progressiva cancellazione dei diritti sociali. Primo fra tutti il diritto ad una retribuzione dignitosa. Vale a dire, il <<diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa>> così come prevede l’art. 36 della Costituzione.

I governi dell’era Renzi-Gentiloni hanno pagato cara questa vicinanza ai padroni (sarà pure un termine fuori moda, ma rende bene l’idea). Vedremo cosa sarà capace di fare il Governo del cambiamento. Che in questo caso non ha cambiato nulla.