Rosberg conquista il titolo F1, fallisce la tattica di Hamilton

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Marco Di Geronimo

Marco Di Geronimo

Sembrava impossibile, e invece è vero. Nico Rosberg è campione del mondo 2016 di Formula 1. Dopo anni passati all’ombra dei compagni di squadra più prestigiosi, il tedesco è riuscito a centrare l’iride. Dopo Damon Hill, è il primo figlio d’arte a replicare il titolo del papà: Keke Rosberg vinse infatti il titolo mondiale 1982 di F1.

La gara di ieri ha visto Nico arrivare secondo dietro la solita vittoria di Lewis Hamilton. Il Leone d’Inghilterra si era impossessato della pole position con un giro molto veloce e sembrava intenzionato a vincere con una galoppata trionfale. Non è stato così.

La prestazione dell’inglese non è stata antisportiva, ma senz’altro torbida. Hamilton non ha mai spinto fino in fondo la sua W07 Hybrid. Rosberg, non fidandosi del confronto diretto, non è caduto nel tranello e non ha mai rischiato il sorpasso. Risultato? Il gruppo è stato artificialmente compatto per tutta la durata della corsa.

La malizia di questa condotta consiste nel seguente ragionamento. Hamilton non poteva vincere l’iride senza che a Rosberg succedesse qualcosa. Era necessario che il rivale tedesco scendesse dal podio. Per questo Hamilton non ha accelerato: non per buttare fuori il #6 (la FIA non avrebbe esitato a squalificarlo), quanto per permettere alle Red Bull prima e a Sebastian Vettel poi di rimontare. Perché se lo avessero sorpassato, Rosberg avrebbe perso.

Niente di antisportivo. A confermarlo è lo stesso Jacques Villeneuve, campione del mondo 1997 e negli ultimi mesi acerrimo nemico della giustizia blanda nei confronti di Verstappen. Una condotta che però fa male al mondo della F1. Siamo abituati a pensare ai piloti come gentiluomini e cavalieri. Comportamenti del genere non ne rispecchiano questa immagine romantica.

ros2016Ma al di là del romanticismo, se c’è qualcosa da rimproverare al GP di Abu Dhabi è piuttosto il teatro dell’assurdo in casa Mercedes. Il muretto box è impazzito nel tentativo di accelerare il pilota inglese. A un certo punto è intervenuto il grande capo: «Lewis, sono Paddy [Lowe, ndr], queste sono le istruzioni: abbassa il ritmo». Al che Hamilton ha risposto che avrebbe perso il mondiale, che avesse vinto o perso la gara. Uno scambio di battute sempre teso, ma ipocrita. Stoccarda avrebbe dovuto ordinare a Lewis di accelerare, o tacere. 

Lo show ne ha giovato, perché gli ultimi giri sono stati adrenalinici. Quando i giochi sembravano fatti e le Red Bull troppo lontane, Sebastian Vettel è uscito dal gruppo grazie alla strategia che gli aveva permesso di tornare in pista con le gomme SuperSoft. Il pilota Ferrari ha provato a riagguantare il connazionale Mercedes, ma Rosberg è stato deciso e pulito nel chiudere la porta. E ha mantenuto la seconda piazza.

Nell’ultimo settore Hamilton ha provato l’ultimo colpo in canna. Rallentando vistosamente, nello spazio di tre secondi si sono trovati Rosberg, Vettel e Verstappen dietro di lui. Un brivido è corso sulla schiena di ogni appassionato che stesse guardando la TV. Poi l’inglese è passato sul traguardo e dietro di lui l’ha inseguito il team-mate. E il titolo è andato a Rosberg.

Nico quest’anno ha meritato l’iride. Ha vinto molte gare, si è conquistato sul campo vittorie e sorpassi. Giusto ad Abu Dhabi ha strappato la posizione a Verstappen con un sorpasso da paura e la sua difesa su Vettel è stata magistrale.

Insomma Lewis: ci hai provato, ma quest’anno ha vinto Rosberg. Ma come sarebbe stato bello se, invece di provare a vincere il mondiale rallentando, avessi scelto di perderlo correndo.

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Sull' Autore

Direi di scrivere soltanto questo: "Potentino, classe 1997. Mi sono laureato in giurisprudenza a Pisa".

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