5 MILIARDI : E’ QUI LA FESTA?

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Naturalmente il giorno dopo la provocatoria dichiarazione di De Scalzi, è tutto un fiorire di polemiche . Oggi si scopre l’atteggiamento arrogante di Eni e la sua vocazione colonialista quando da un lato mette 5 miliardi sul tavolo e dall’altro ammonisce di non fare tante storie. Se aveva voglia di dialogo, la partenza è stata del tutto fuori tempo, perché il luccichio delle collanine non ci fa più meraviglia e sappiamo che dietro l’offerta c’è quasi sempre il trucco. Naturalmente la polemica va oltre De Scalzi e si veste di aspetti politici di attualità, come per esempio la dichiarazione di Piero Lacorazza, che della questione petrolio in mare ha fatto una boa di segnalazione del pericolo del riformismo Renziano. Oggi giustamente trova argomenti per  dire che” se fosse passata la riforma costituzionale e se non fosse stato modificato l’art.18 dello sblocca Italia, adesso De Scalzi non avrebbe bisogno di chiedere la disponibilità del popolo lucano al dialogo”, ma avrebbe fatto e basta, aggiungiamo noi, con o senza i carabinieri davanti i cancelli , con o senza guardie del corpo .

Il problema , dice giustamente Lacorazza, è che 5 miliardi sono una bella cifra, ma ancora non sappiamo che cosa De Scalzi vuole farci. “chiarisca cosa vuole fare ma soprattutto il governo nazionale dica quali intenzioni ha davvero sulla Basilicata. In questi anni si è tentato di forzare in molte occasioni, si sono scelte scorciatoie ed interlocutori che sembravano più flessibili. Si è sbagliato approccio, si è scelta la strada sbagliata e si è addirittura peggiorata la situazione”.

“Il dialogo con i lucani – dice Lacorazza – si è incrinato non per responsabilità delle ” ottuse” posizioni della comunità regionale ma per come anche la sicurezza degli impianti e la gestione degli stessi è stata fatta. E infine il governo nazionale dove sta? Sull’accordo Total lo Stato non ha messo un quattrino per infrastrutture, di Ires e patto di stabilità neanche a parlarne (art. 36 dello Sblocca Italia). C’è anche una parte di responsabilità della Regione. Insomma il dialogo ha un presupposto: la fiducia”.

Sulla questione intervengono anche i Sindacati Cgil, CisL e Uil per ricordare che il consenso si ottiene solo facendo bene le cose.. Le contestazioni mosse dalla magistratura di Potenza sui comportamenti assunti dai dirigenti Eni e l’ultimo incidente che ha portato allo sversamento di greggio dai serbatoi del Cova dovrebbero quantomeno consigliare di utilizzare argomentazioni sobrie e di maggiore prudenza. Fatti preoccupanti che stridono con le ripetute affermazioni dell’Eni che assicura che l’attività estrattiva si svolge con le migliori tecnologie e nel pieno rispetto dell’ambiente.

Non sono, dunque, i lucani a non essere aperti al dialogo, ma è la loro legittima pretesa alla conoscenza scientifica dei dati di contesto ambientale, sanitario perfino occupazionale e produttivo ed alla loro trasparente diffusione a motivare sempre più diffidenza nei confronti di Eni. E’ infatti evidente a tutti quali siano le sue responsabilità come altrettanto evidente è che ciò è stato reso possibile dall’assenza di un sistema di controllo pubblico efficace. Nonostante siano passati quasi 20 anni da quando è iniziata l’attività estrattiva, ancora oggi ci ritroviamo a discutere di accreditamento dei laboratori dell’Arpab che, nonostante personale motivato, continua ad essere rappresentata da una Direzione non adeguata e confusionaria oltre che di un dipartimento ambiente privo di risorse umane e competenze dedicate a svolgere quell’attività di programmazione e tutela ambientale che le è propria.

Per questo solo partendo dalla valutazione di ciò che è accaduto negli anni ed assumendo la centralità della questione della sicurezza degli impianti e della tutela della salute e dell’ambiente è possibile aprire un confronto, senza condizionamenti e ammiccamenti che finiscono più per nuocere che per motivare incontri, discussioni, confronti.

Non poteva far mancare la sua voce fuori dal coro la Confindustria di Basilicata che praticamente riporta le dichiarazioni di Tabarelli del Numisma per dire che è una tragedia che 5 miliardi stiano fermi. Ora tutti sappiamo chi è Numisma e  ilf atto che Confindustria lo innalzi a portavoce è prova di una scelt aid campo a favore del petrolio senza se e senza ma. Da Descalzi inaccettabile ricatto ai lucani”. . Il nostro sottosuolo è ancora ricco di idrocarburi ed è per questo che bisogna tirarli fuori, secondo un modello di sostenibilità ambientale, che garantisca il massimo rispetto del territorio. E’ indispensabile dialogare anche con chi è contrario al petrolio, ma alla fine una decisione va presa, perché non si può continuare a sperperare risorse e perché è necessario che i soldi degli italiani rimangano in Italia

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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