![](https://www.talentilucani.it/wp-content/uploads/2021/02/FRANCO-CACCIATORE.jpg)
FRANCO CACCIATORE
La Basilica Cattedrale di Melfi chiusa dal 2016 per lavori di consolidamento, restauri e interruzioni per mancanza di fondi, riapre oggi 7 dicembre alle ore 17,30. Un ritorno al culto che all’indomani vedrà la significativa celebrazione dell’Immacolata Concezione nella chiesa rinnovata e alle cui origini è la dedizione alla Madonna. Ancor più per tradizione che si rinnova in questo giorno a Melfi, legata a rito arbëreshe in onore della Vergine, la distribuzione di pane azzimo.
In attesa dell’evento, che da tempo Melfi aspettava e per il quale tanto si è speso il Vescovo Ciro Fanelli in sinergia con la Civica Amministrazione, lo svolgimento di una serie di incontri e tappe del Cammino Sinodale, a sottolineare la sua rilevanza. Dalla storia della chiesa illustrata da Raffaele Nigro nel Salone degli Stemmi alla cerimonia, sul sagrato della chiesa, dell’accensione della nuova illuminazione scenica di Piazza Duomo, alla presenza del Vescovo Fanelli e del Sindaco, Giuseppe Maglione. Nei loro interventi, illustrato il monumento e il luogo di culto nella sua bellezza e importanza. Senza dubbio un momento toccante che ha davvero dato luce al complesso monumentale, chiesa, campanile e episcopio e tracciato un nuovo cammino di fede.
Per la cattedrale è l’inizio di altro capitolo della sua storia millenaria, iniziata il 1037 quando la chiesa di Melfi diventa autonoma e nel 1059 quando Papa Urbano II le concede il privilegio di aggregazione alla Santa Sede. E a evidenziare la centralità di Melfi il trovarsi nella Storia dell’Ughelli non fra le diocesi della Basilicata ma fra quelle suffraganee di Roma. Nel 1153 poi con i Normanni la cattedrale prende la fisionomia che oggi in parte ancora conserva. A tre navate con altare basilicale sul quale era stata posta icona della Vergine di Nazareth, purtroppo trafugata nella notte tra il 24 e il 25 giugno del 1982, sottraendo la miracolosa effigie, dopo un millennio, al culto della nostra gente. Oggi si venera duplicato opera dell’artista rumeno Constantin Udroiu. E saranno ancora i Normanni a dotarla di matroneo, di cui c’è traccia nel pilastro a destra dell’ingresso con l’arco su cui poggiava, di quindici altari, dei quali a causa dei tanti interventi e del ripetersi di terremoti, oggi ne restano solo otto. Nonostante questo trascorso la maestosità della struttura è tuttora presente con opere d’arte strutturali e di arredo di una grandiosità da porre la chiesa all’attenzione internazionale. Così dalla cattedra episcopale, stupenda opera d’arte, che si coniuga con quella del pulpito e della volta dell’abside dotata di tele con cornice di stucco dorato, il soffitto a cassettoni e tutta una serie di elementi che fanno di questa cattedrale senza dubbio uno dei maggiori luogo di culto del meridione d’Italia.
Ad unirsi il campanile, o meglio la torre campanaria, progettata da Noslo di Remerio nel 1153 per opera di Re Ruggero II. Le lapidi in latino ci dicono appunto che l’opera, così come il duomo, è offerta alla Regina del Cielo da parte di re Ruggiero e suo figlio Gugliemo e dal Vescovo Ruggiero, unitamente al popolo di Melfi. Ma questa costruzione è senza dubbio un atto di gratitudine dei Normanni alla Chiesa, da riportare a quanto avvenuto nel corso del primo Concilio di Melfi, tenuto dal Papa Nicolò II nel 1089. Il Pontefice in quell’occasione dà l’investitura del Ducato di Puglia, Calabria e Sicilia a Roberto Guiscardo. Con quell’atto i Normanni sono riconosciuti come popolo e quindi l’acquisizione di quel potere che cercavano. A loro volta essi ridanno alla Chiesa quella libertà d’azione perduta. Pertanto il campanile di Melfi è testimonianza di grande rilevanza, l’avvenimento che ha ridato autonomia alla Chiesa. Giustamente, come annunciato dal Sindaco Maglione, il largo antistante il campanile sarà intitolato ai Concili Papali tenuti a Melfi, che mostrano la centralità della città nella storia della Chiesa.
Intanto oggi l’evento della riapertura della Basilica-Cattedrale sarà celebrato, come anticipato dal Vescovo Fanelli, con grande solennità e vedrà la presenza di tutti i Vescovi della Basilicata e nel contempo, a sottolineare la sua importanza, la proclamazione di Anno Santo a Melfi dal 7 dicembre all’8 dello stesso mese del 2023.
Immagini. La facciata della cattedrale dopo il restauro con l’episcopio ( COPERTINA) – Il campanile – L’icona della Vergine – Il trono episcopale – Vescovo Fanelli e Sindaco Maglione alla cerimonia sul sagrato della chiesa.