pietro simonetti
Questa volta devo apprezzare il Ministro Piantedosi per le considerazioni che ha fatto sul corpo dei Vigili del Fuoco, diventato l’ancora di salvezza di ogni cittadino, il riferimento di ogni comunità e il tappabuchi di situazioni dove altri attori scompaiono . Un Corpo stressato dal troppo lavoro, spesso in condizioni di grande percarietà, di mancanza di mezzi e sopratutto di uomini.
E’ una situazione di si trascina da tempo, con interventi che vanno dal recupero dei rapaci, alle mucche cadute nei dirupi. da quanti hanno dimenticato le chiavi di casa e non riescono a rientrare e via di seguito.
Un vizio italiano anche prodotto dalla fragilità del sistema della protezione civile dei Comuni e del volontariato in generale poco formato e mal gestito. ![](https://www.talentilucani.it/wp-content/uploads/2024/07/1721316062207-225x300.jpg)
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Il Corpo dei Vigili del fuoco ha dato grandi prove di efficenza negli ultimi anni in Italia ed all’estero.Efficienza, operatività e passione.
Ovviamente al tempo di oggi, si impone una diversa organizzazione , passando ad un volontariato organizzato in funzione di tutte quelle competenze che non attengano alle situazioni di rischio collettivo , all’intervento per grandi emergenze che sono cresciute a vista d’occhio in virtù del cambiamento climatico e delle conseguenze che sta producendo in termini di incendi, siccità o alluvioni ,frane e quant’altro. Le Regioni tutte insieme dovrebbero affrontare questa tematica lavorando intorno a varie ipotesi di ristrutturazione del servizio civile, di utilizzo dei militari di ruolo, di affidamento di competenze alla Protezione civile, che non siano solo quelle di prestare la propria encomiabile opera in occasione delle grandi tragedie ovvero, nella normalità, di presenziare a feste patronali o ad eventi musicali per organizzare i parcheggi.
Quanto al Corpo dei vigili del Fuoco, è evidente che per fronteggiare l’industria dei roghi dolosi, ormai diffusa molto in Basilicata , o quella della gestione criminale del traffico di rifiuti speciali e pericolosi, occorre innovazione,programmazione,e definizione dei ruoli con adeguati finanziamenti. Solo così si evita la triste conta dei morti per servizio, innocenti vittime del dovere. Le lacrime e la vicinanza alle famiglie dei caduti a Nuova Siri forse dovrebbero spingere tutti a preparare un futuro diverso anche nella prevenzione,sempre piu’ citata ma non attuata,e nella ricerca di modelli efficaci di reti territoriali permanenti e non di piani e protocolli scritti ogni anno ,all’ultimo giorno utile prima dell’estate.