IL SUD, LE ASSUNZIONI E IL PRECARIATO

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Mettere fine al precariato nel pubblico impiego era una necessità che si imponeva da tempo, perchè l’assunzione a tempo determinato o a collaborazione coordinata e continuativa o a progetto erano diventati negli anni lo strumento per aggirare il blocco delle assunzioni. Così il tempo determinato è stato usato per centomila insegnanti e passa ( fino a quando la Corte europea di Giustizia ) non ha pesantemente bocciato questa prassi prevedendo un processo di assunzione di quel precariato, anche sulla scorta di sentenze di vari Tribunali italiani . Poi è intervenuta una legge di sistemazione degli assunti a tempo determinato e chi era nella condizione di poter dimostrare tre anni di lavoro , ha potuto passare il filo spinato di questi ingressi controllati. Lo hanno fatto al Quirinale e in moltissime aziende pubbliche, sopratutto quelle municipalizzate. Dietro il filo spinato sono rimasti in 40 mila, alcuni dei quali vantano anche quattordici anni di lavoro e sono quelli che a vario titolo discendono dall’utilizzo dei fondi europei che queste figure le ha sempre volute perchè dovevano svolgere  un lavoro di alta specializzazione, tutti laureati, molti selezionati con le stesse procedure europee sia per il Pon Ambiente che per la sorveglianza regionale. Senonchè in molte regioni, questi professionisti sono stati contrattualizzati in maniera impropria e cioè assunti come cococo  e di fatto  utilizzati nella pubblica amministrazione come dipendenti a pieno titolo, con tanto di orario , di subalternità gerarchica, di cambio di uffici, ecc. Una corretta amministrazione, già nel passato, avrebbe dovuto sanare questa incongruenza e riconoscere ,per quelli che ne avevano i requisiti , una necessaria sanatoria. In alcune realtà lo hanno fatto, in altre no. Non lo hanno fatto, o perchè non ne avevano voglia, o perchè su queste persone si sono scaricate le rimostranze, legittime, delle opposizioni per un canale privilegiato di assunzione che ledeva il principio del concorso pubblico. Eppure, per chi vive in basilicata, la storia dei concorsi in questi quindici anni la conoscono tutti e si farebbe un torto all’intelligenza delle persone se si portassero a parametro di regolarità e legittimità sostanziali. Questa è storia, come è storia il fatto che la Regione Basilicata, in quanto Amministrazione, non fa un concorso da venti anni e che l’unico accenno di concorso è stato abortito alle selezioni preliminari, senza che nessuno ne spiegasse il motivo. Ora l’importanza dei compiti che questo personale svolge è direttamente connesso alla performance che la Regione vanta da anni sulla spesa europea, per cui in attesa di svolgere un concorso pubblico che la legge riserva a loro per il 50 per cento, c’è da trovare una soluzione provvisoria, che non distrugga quel poco che si è creato. Una nota di chiarezza e anche di franchezza arriva dal Governatore della Campania, De Luca, con la sua proposta di salvare il Sud attraverso l’assunzione straordinaria di 200mila giovani  che siano in grado di far camminare con professionalità e competenza la macchina della pubblica amministrazione. Al ministro Calenda che si era detto scandalizzato per questa proposta, e che arriva proprio oggi a Potenza, Pietro Simonetti, del Cseres, risponde che ” il Governo non può ignorare che per anni si è andati avanti con COCOCO e varie invenzioni del genere per spingere sul pedale del precariato, finte esternalizzazioni che hanno nutrito speculatori e lucrato sui salari. De Luca ha solo posto una questione dal cuore antico e cioè che gli organici della p.a.sono al collasso dopo una dissennata stagione di blocco. Altro che proposta choc, è giustificato, come dice De Luca,  un intervento sulla riforma della struttura professionale dell’amministrazione pubblica, che è piena di personale esecutivo e drammaticamente mancante di personale professionalizzato.

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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