La vicenda Barbagallo, segretario nazionale della Uil uno spaccato ancora più inquietante rispetto al recente scandalo dei megastipendi della dirigenza Cisl, e cioè l’uso scorretto dei fondi a disposizione per l’attività istituzionale. Finora tutti i fari sono stati accessi sui consiglieri di tutte le Regioni e, anche se si èvoluto fare di tutt’erba un fascio, mettendo insieme spese di cancelleria e viaggi con l’amante, ne sono uscite perle che andrebbero  esposte nel museo dei moralisti italiani. Si perché proprio da quei titolari di mega stipendi da 300 mila euro l’anno aono venuti le cose peggiori, perché mentre da un lato gridavano contro la politica diventata affare, dall’altro sistemavano essi stessi le bottegucce di famiglia. Ma ,guardando la tv ieri e l’ingresso dei dirigenti uil alla riunione che ovviamente doveva confermare la fiducia a Barbagallo, mi ha colpito la passerella  di over settanta che si avviava all’ascensore. Sembravano gli ospiti di un ospizio, a dimostrazione, ove ve ne fosse bisogno, di un conservatorismo che significa mantenimento ossessivo delle posizioni. Ecco, l’aspetto politico è che quelli che hanno chiesto e chiedono il rinnovamento della politica, al rinnovamento dentro casa non ci pensano proprio  e anzi si organizzano per perpetuarsi in eterno attraverso selettive e mirate cooptazioni.  Mentre i partiti hanno ridotto al lumicino le loro entrate legali, hanno svenduto i loro patrimoni, ognuno di questi organismi è una piccola potenza economica  che riceve i suoi benefit da un sistema complesso nel quale alle quote sindacali prelevate d’ufficio agli iscritti si aggiungono servizi resi dai patronati,  grazie a leggi che hanno affidato loro compiti impropri, persino quelli dei sostituti d’imposta. Le vicende personali, dei settemila euro speso per gioielleria  o delle crociere fatte con tanto di mogli, interessano poco nel senso che non è a noi cittadini che essi debbono rispondere, ma alla magistratura: queste vicende, ripeto, fanno il paio con tante altre stravaganze , dai film hard negli hotel, alle mutande verdi, ai soldi investiti in diamanti, alle sconcezze rilevate in tutta Italia. Ma la gran parte di quelle persone è fuori gioco, anche per via di una pressione dell’opinione pubblica  che ha stimolato l’attività inquirente fino ad ottenere risposte che in tanti casi sono apparse persino eccessive. Il sindacalismo invece può invecchiare tranquillo, intonso, intoccabile come se quei soldi non fossero soldi dati per l’attività e non per le soddisfazioni  e il piacere personali dei dirigenti. Anche quelli sono soldi pubblici.