Maurizio Bolognetti è persona scomoda per tanti. Non è intruppabile se non portando avanti le sue idee. E sopratutto è uno che non bada a vincere ma a far trionfare quello che considera i valori sui quali è stata fondata la casa dei radicali. Che pure presenta delle crepe, ma che ha un passato che va collocato direttamente nei libri di storia, con le grandi battaglie del suo vero maestro e mentore: Marco Pannella.In quest’epoca dove la polemica stritola la verità, le diffamazioni e calunnie diventano armi tattiche da usare , l’amicizia politica si rivela effimera , si sta cimentando in una grande battaglia, che è quella di disvelare come un sistema di potere attacca la democrazia e cambia il corso delle cose, degli avvenimenti. Una democrazia eterodiretta, che fa strage di leggi e di diritti umani a tutte le latitudini
Parli spesso di Peste Italiana, cosa intendi?
Come radicali, nel 2009, abbiamo prodotto un dossier intitolato la Peste Italiana, fortemente voluto da Marco Pannella. In quel documento, di fatto clandestino, tra l’altro scrivevamo: “In queste pagine, è descritta una lunga e continuata strage di leggi, di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana”. Perché cito questo dossier? Perché ritengo che ci sia un deficit di analisi su quel che è avvenuto nel nostro Paese negli ultimi settant’anni. Perché penso che occorra un’analisi di sistema e della qualità della nostra democrazia e in generale delle democrazie occidentali, che sono sempre più democrazie reali così come un tempo c’era il socialismo reale. L’ascesa dei sovranismi e dei populismi è frutto anche di questo deterioramento delle nostre democrazie e di una crisi figlia del capitalismo reale che, solo nel nostro Paese, ha impoverito milioni di persone. Il premio Nobel per l’economia Paul Krugman (un keinesiano) in un suo saggio ha scritto: “Sarebbe stupido minimizzare i pericoli che una recessione prolungata pone ai valori e alle istituzioni democratici. In effetti c’è stata una chiara recrudescenza dell’estremismo in tutto il mondo occidentale: stanno prendendo piede movimenti radicali anti-immigrati, movimenti radicali nazionalisti e persino sentimenti autoritari […] L’Estremismo prospera dove voci rispettabili non offrono soluzioni alla sofferenza della popolazione”. L’affermazione di Krugman, che condivido al 200%, fa riflettere. Così come dovremmo riflettere sulle parole del prof. Fulco Lanchester: “La grande finanza internazionale e le stesse burocrazie, che caratterizzano l’epoca della globalizzazione tendono a svalutare il momento democratico rappresentativo, perché non funzionale e pericoloso, ammiccando a modelli alternativi”. Insomma, siamo stretti nella tenaglia democrazia reale/capitalismo reale e avremmo bisogno di ragionare fuori da schemi e tabù. Il dramma vero è che questo stato di cose sta facendo riemergere, sotto rinnovate forme, i mostri che hanno appestato il XX secolo
Veniamo alle regionali lucane. Pittella è stato diverso dagli altri?
Io credo che Marcello Pittella abbia grandi capacità di ascolto e spessore umano e politico. Certo, anche Pittella deve misurarsi con il contesto e i contesti che descrivevo, ma ritengo, per come lo conosco, che sia uomo in grado di rompere schemi e “catene” e, altresì, uomo capace di grandi slanci, che ha visioni e visione d’insieme; capace di vedere oltre il proprio naso. Con Pittella ho una fitta interlocuzione che va avanti da molto tempo. Voglio ricordare a me stesso che dopo anni di iniziative nonviolente e di lotte, con e grazie a Marcello Pittella e alla sua Giunta abbiamo finalmente onorato l’articolo 251 del Codice dell’Ambiente, che prevede l’Istituzione di un’anagrafe dei siti da bonificare. So che Marcello Pittella ha saputo e voluto tenere testa all’Eni sulla vicenda della perdita di idrocarburi. So che Pittella ha detto sì alla presenza della Regione Basilicata alla marcia per il diritto, la giustizia, la libertà, tenutasi a Roma nel novembre del 2016. Un sì convinto, che mi ha consentito di poter marciare fin sotto le finestre di Papa Francesco con al fianco il gonfalone della Regione. So che Marcello Pittella è intervenuto a sostegno della mozione sul diritto umano e civile alla conoscenza proposta da Radicali Lucani e Prntt. So che con Pittella ho visitato, nell’agosto del 2013, in compagnia di Marco Pannella il carcere di Potenza. So che Marcello Pittella ha voluto ascoltarmi quando ho chiesto il massimo di “trasparenza” su certe vicende di inquinamento. Tutto perfetto? Ovviamente non la metto su questo piano. Dico semplicemente che il politico e l’uomo Pittella, magari con qualche “zavorra” in meno, può fare molto
Pittella è casta come gli altrI?
Confesso che questa storia delle caste mi ha un pochino stancato. Tra l’altro vedo in giro tanti anticasta che, volendo scendere su questo piano, non vedono l’ora di farsi essi stessi casta. Dico che anche Marcello deve misurarsi con gli effetti perniciosi del settantennio partitocratico. In questi giorni è tutto un fiorire di svolte, alternative, cambiamenti e salvatori della patria. Verrebbe da chiedersi: chi ci salverà da tutti questi presunti salvatori? A chi parla di costi della politica, rispondo da tempo che i costi di cui dovremmo occuparci sono i costi dell’antidemocrazia e dell’antistato di diritto. Diverso dagli altri, mi chiedi? Rispondo che faccio fiducia a Marcello Pittella, perché ritengo che sia capace di uscire fuori dal pantano in cui ci troviamo. Per dirla tutta, sarò il suo ultimo giapponese. Nelle scorse ore ho voluto ricordare al compagno Pittella, al socialista Pittella, all’amico e politico Pittella una bellissima frase di Winston Churchill: “Tutte le grandi cose sono semplici, e molte possono essere espresse in semplici parole: LIBERTA’, GIUSTIZIA, ONORE, PIETA’, SPERANZA”
Cosa pensi del pericolo rappresentato da questa destra?
Vedo in giro un po’ di nazistume da suburra. Vedo gente che cavalca paure e crea paure. Ti faccio un esempio: in questo Paese i crimini sono in costante calo, eppure a sentire certe dichiarazioni sembra quasi che si debba uscire di casa tutti armati e con l’elmetto. Su questo, sia chiaro, incide anche l’assenza di informazione con ciclici, o per meglio dire quotidiani, bombardamenti mediatici. I crimini vanno perseguiti, ma questi raccontano un Paese che non corrisponde a quel che descrivono le statistiche.
Come vedi l’imminente tornata elettorale?
Viviamo un momento difficile in cui c’è molto voto di pancia e una comprensibile rabbia. E’ necessario, ma per davvero, tornare a parlare alla gente e confrontarsi con i problemi reali. Sta a ciascuno comprendere che è giunto il momento di abbandonare un modo di fare e intendere la politica e la gestione della cosa pubblica che crea povertà.
Cosa mi dici dei cinque stelle, sono il cambiamento?
Vedo in giro troppi moralizzatori che non hanno titoli e numeri per moralizzare nessuno. Non parlo solo dei 5stelle. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Marcello Pittella ci ha fatto assistere a situazioni surreali. Non citerò Blade Runner, ma credo che siano state dette e scritte cose che solo chi ha la faccia di bronzo avrebbe potuto partorire. Onestà? Non credo sia una categoria della politica. Tutti dovremmo essere onesti. Dall’Ilva passando per altre vicende, direi che di cambiamento ne ho visto poco. Il vero cambiamento in questo Paese sarebbe avere un ceto politico che comprenda che le Istituzioni vanno onorate e la Costituzione, ridotta a carta straccia e sostituita dalla Costituzione materiale, rispettata. Questo sì che sarebbe un “cambiamento”. Abbiamo bisogno come il pane – valeva ieri e vale oggi – di onorare il diritto umano e civile di un popolo alla conoscenza. Occorrerebbe porre fine a un lungo e reiterato attentato perpetrato ai danni dei diritti civili e politici dei cittadini. Ecco, anche in questo, il cambiamento dov’è?
Vai avanti,Maurizio. Non credo che tu sia solo.
1 commento
Krugman, che Bolognetti cita nella sua intervista, ha anche detto”Adottando l’Euro, l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica.” Se politici, intellettuali e giornalisti continuano a discutere degli effetti senza analizzare le cause non andremo da nessuna parte. Non mi interessano le eventuali responsabilità penali del Governatore Pittella quanto la responsabilità politica che anche Bolognetti condivide. Essa consiste nell’avere abbracciato una politica economica neoliberista che ha distrutto il benessere dei cittadini italiani e con questo ha posto le fondamenta per il prosperare di aneliti fascisti. U. Eco nel suo “Fascismo Eterno” citava Roosevelt “se la democrazia americana cessasse di progredire come una forza viva, cercando giorno e notte con
mezzi pacifici, di migliorare le
condizioni dei nostri cittadini, la forza
del fascismo crescerà nel nostro paese”; ecco in questa frase c’è tutto e su questo bisognerebbe riflettere.