Tra Pd e LeU si gioca a salvare la faccia, che non è più quella di vincere ma di contenere le perdite in modo che ci sia comunque qualche argomento cui appigliarsi, per giustificare il madornale errore politico che hanno fatto. Che poi è determinato dalla memoria corta del passato, dove tutte le scissioni sono finite nella insignificanza politica dei contendenti. L’on. Speranza già si è messo al lavoro e prima che gli possa cadere addosso l’accusa di essere un Bertinotti dell’ultima ora, quello che aveva un talento naturale per far cadere le alleanze di cui faceva parte, si è organizzato il fronte dei giovani, con Fratoianni e Civati per dire che dal 5 marzo c’è una sinistra che vuole rinascere e addirittura rifare la coalizione. Probabilmente si è accorto che l’operazione che gli hanno confezionato, di portare in salvo i gloriosi generali del Pci, ha sistemato il passato ma ha lasciato scoperto e incerto il futuro, di cui lui avrebbe dovuto essere il protagonista. Gli tocca , lui che aveva acchiappato il potere dal collo, ricominciare dalla coda di una opposizione che è un po’ come una lunga marcia al freddo siberiano. A meno che non gli riesca il capolavoro di portare aiuto ai cinque stelle e magari di convincere un quarto di Pd, da Orlando a Emiliano, a portare avanti questa scommessa. Contro questa prospettiva pesano due ostacoli: il primo è che Gentiloni non è Renzi e sta giocano una sua partita che lo deve portare al momento giusto ad essere sotto i riflettori del Quirinale, il secondo è che male che vada Renzi si porta l’equivalente del 20 per cento dei voti in un settore privato ed esclusivo del parlamento, quello dei fedelissimi, pronti a virare con lui al primo cenno di vento. Quando ha chiuso le candidature, il leader del pd ha pensato a questo, e , comunque vada, lui in Parlamento ci sarà, non con quattro gatti, ma con un esercito pronto alla guerra. Insomma se vogliamo giocare a capire chi si salva da questa botta di autolesionismo che ha portato a dilaniare un partito e a dividersene le spoglie, facciamolo pure. Ma l’impressione è che in mezzo ai contendenti c’è un centrosinistra che è morto, ma morto sul serio. Da domani è un’altra storia
COMUNQUE VADA, IL CENTROSINISTRA E’ MORTO
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