Una Città non si governa con le chiacchiere, con i commenti sarcastici, oppure con le mezze menzogne (che sono assai diverse dalle mezze verità). Una Città si governa con la responsabilità, ripiegandosi sui problemi e cercando le soluzioni possibili.
Le soluzioni possibili.
Questa espressione è sconosciuta e, assai più spesso, ignorata scientificamente da chi pur conoscendone il significato, per malafede, preferisce ignorarla.
Molti, moltissimi dei critici feroci li conosco bene, c’è l’ottuso, quello che è strutturalmente incapace di ragionare sulle soluzioni possibili, c’è l’integralista del “bianco o nero”, il più delle volte più integralista in pubblico che in privato.
C’è l’ex o quasi ex-politicante, livoroso e mendace, indifferente a tutto e a tutti se non alla propria dimensione e alle sue chances di recuperare una postazione.
C’è l’ingenuo, incapace di traguardare al quadro complessivo e in balia dei pareri e delle affermazioni dei primi due.
Del resto parliamoci chiaro, cosa c’è di più facile che assumere il ruolo del critico cinico e intransigente per strappare un piccolo gruzzolo di mi piace su facebook? La profezia di Andy Warhol sui 15 minuti di celebrità ha la sua cornice perfetta nel Social Network dove ciascuno posta la sua opinione e ne riceve il gradimento di chi legge e la gratificazione della sua evidenza.
Ma tutto questo ha molto poco a che vedere con il governo della Città.
Così come assai poco a che vedere con il governo della Città sono i contorcimenti politici di alcuni consiglieri di maggioranza, pronti a far cadere la giunta pur di rivendicare un posto al sole, che sia esso un assessorato o un fazzoletto di territorio all’interno del loro partito, poco importa.
Mi si dice che il PD è un partito democratico che ospita diverse correnti di pensiero, ma la domanda è semplice, come possono convivere all’interno della stessa compagine cittadina consiglieri che dichiarano che il dissesto non era necessario e altri che (per me giustamente) sostengono che era inevitabile? Come è possibile che il partito di maggioranza relativo in senso alla complicata maggioranza che sostiene il Sindaco De Luca ospiti allegramente chi, per una questione di posizionamento, si riunisce al bar mentre la Giunta rischia di cadere e, nei fatti, viene salvata da un atto di grande responsabilità politica del Consigliere Giuzio? (A proposito, bravo Giuseppe).
Ciò detto tutto questo c’entra con il governo della Città?
Poco o nulla.
Con buona pace delle filippiche del Cons. Carretta, di certe subdole “rassegne stampa”, dei commenti da trivio di qualche ex, delle menzogne e di tante, troppe omissioni, su fatti e circostanze che caratterizzano la discussione politica da social network.
Potenza, invece, marcia in avanti, magari non velocissima, ma in maniera continua.
La differenziata parte.
Ah si, c’è naturalmente il coro di quelli che dicono c’è voluto troppo tempo, ci sono quelli che dicono è stata un’iniziativa cominciata con la vecchia amministrazione, io dico: dopo circa due anni è diventata realtà. La precedente amministrazione in otto non è stata capace di realizzarla.
Questi sono i fatti. Palla al centro e giochiamo.
Il ponte attrezzato sul parco del Basento.
Oggettivamente allo stato è un pugno in un occhio, ma è giusto dire che non è finito.
Ci dicono che quello che si vede sono solo le fondazioni di un ponte pedonale, che il progetto è stato visionato ed è bello, ci dicono che sarà in legno tecnico, possiamo solo prenderne atto e prendere atto di una differenza di metodo (ancora una volta), prima nessuno avrebbe risposto alle sacrosante perplessità dei cittadini ora i Consiglieri si sono informati e hanno restituito informazioni.
Questo è il succo positivo dell’alternanza con buona pace degli estimatori dell’ex Sindaco.
Insomma il quadro è fosco ma molto meno di prima, l’amministrazione lavora, magari non è velocissima, ma ha anche delle condizioni al contorno molto difficili stretta com’è tra l’assedio degli ex e la confusione che regna sovrana all’interno del PD.
Stanno ripartendo i parcheggi a pagamento, naturalmente c’è lo spiritoso ad oltranza, c’è quello che deve dire, c’è quello che quando c’era il Sindaco Santarsiero tuonava perché le scale erano gratis e, adesso, satireggia sui biglietti a pagamento. Ma siamo sempre nella casistica alla Andy Warhol.
Ci voleva un Sindaco come de Luca per dire che senza un impianto di compostaggio a Potenza la differenziata è un’operazione monca. Il sottoscritto grafomane ignorante sono almeno 4 anni che dice che un impianto di compostaggio a Venosa non serve a nulla se non alle convenienze politico-clientelari-elettorali di qualche furbone del Consiglio regionale.
Il mio Sindaco De Luca dice la stessa cosa e cerca una soluzione nel territorio di Potenza (e spero davvero che lo trovi).
Tutte le facce da PD che oggi annuiscono dov’erano negli ultimi 4 anni?
E poi c’è il Centro Storico, croce e delizia di ogni amministrazione comunale.
Mi fa molto sorridere leggere i commenti di ex che si stracciano le vesti per la perdita di funzione del Centro, gli stessi che hanno scientificamente (da Fierro in poi) demolito ogni possibilità, gli stessi che hanno decretato questa pseudo-musealizzazione del Centro storico oggi, fieramente, chiedono conto a De Luca che guida da due anni il Comune.
C’è chi vuole gli artigiani di nuovo al centro.
Pregevole idea se non fosse che di artigiani ce ne sono sempre meno e che, senza una deroga (basterebbe fare pressing sulla Regione che deve vararla e renderla possibile) le latterie, i caseifici, le vecchie botteghe artigiane (sempre che ce ne siano ancora di artigiani disponibili) non hanno gli spazi adeguati per poter essere autorizzati.
C’è chi, giustamente, vede per Potenza un futuro legato al turismo.
Quanto mi piace questa idea che contrasta con questo sciocco senso di minorità che sembra aver afflitto questa Città da un po’ di tempo.
A Potenza non c’è niente! Che idiozia!
Al di là della storia, dei monumenti, al di là di ogni stupido tecnicismo, degli artigiani, degli uffici pubblici, la nostra Città è il luogo intorno al quale e nel quale si è costruita l’identità regionale, è un luogo di accadimenti, esperimenti (spesso anche assai avanzati) urbanistici, artistici, scientifici, che necessitano solo di essere raccontati, la nostra è una Città che non viene narrata.
Naturalmente ci vorrebbe che so, dico per dire, anche una APT che non se lo dimentica e che prova a costruire un percorso inclusivo per la Città capoluogo. Ma ahimè siamo vittime degli appetiti scatenati dall’operazione Matera 2019 e per un posto a tavola non è la prima volta che si tradisce il luogo natio. Siamo uomini di mondo, non ci scandalizziamo.
Potenza nella sua realtà regionale è una Città grande ed è l’unica ad avere un’attitudine e una mentalità metropolitana, gli eventi non fanno di un paese una città, e neanche i riflettori. Gli eventi passano, i riflettori si spengono, specie quando vengono pensati senza la capacità di aprirsi verso l’esterno.
Una Città sperimenta, magari sbaglia, magari sembra assopita, ma ha sempre brace viva sotto la cenere.
C’è brace accesa in Città, molti se ne sono resi conto, molti la temono vedendo in pericolo il loro piccolo scranno edificato sulle macerie, alcuni ci soffiano sopra.
Io sento di essere uno tra quelli.