CORRADO IV, IL COLTO IMPERATORE MORTO A LAVELLO

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Sulla sua morte improvvisa, si parlò di avvelenamento per la successione al potere ed ai titoli di Federico II lo Stupor Mundi , la leggenda narra che fu il fratellastro Manfredi a far morire Corrado IV di Svevia, figlio ed erede del Puer  Apuliae e di Jolanda di Brienne , Regina di Gerusalemme.  In realtà era già malato da tempo, di malaria quando l’Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia morì di malaria nelle sue terre lucane, a Lavello dove si era accampato in attesa di riunire tutte le sue truppe, dal fratello Manfredi e quelli dei baroni italiani per poter ristabilire definitivamente il domino degli Staufen sui territori italiani legati all’Impero; era il 21 maggio del 1254 quando nella città dauna si spense L’Imperatore , il re di Germania, Gerusalemme, Sicilia e Duca di Svevia. Il cuore fu portato nel Castello di Melfi, la sede dove nacque il potere dei normanni conquistatori Altavilla ed il regno di Sicilia del bisnonno Ruggero II , il corpo portato a Messina , dove nella cattedrale si svolsero i funerali per poi doverlo seppellire a Palermo accanto al padre Federico II, ai nonni Enrico VI Staufen e Costanza D’Altavilla ed al grandissimo bisnonno Ruggero il Normanno, ma per i troppi ceri accesi si scatenò un incendio che distrusse il Duomo di Messina. Il giovane imperatore lasciava il figlio Corradino, ancora bambino e rimasto in Germania, sotto la tutela del papa, mentre fu nominato governatore del Regno di Sicilia il marchese Bertoldo di Hohenburg; in  realtà Manfredi proseguì la reggenza senza contrarietà. Corrado era nato il 25 aprile 1228 ad Andria, unico figlio maschio di Federico II con Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme. La madre, aveva appena  17 anni morì dieci giorni dopo averlo partorito. Corrado quindi ereditò neonato il titolo di re di Gerusalemme dalla madre e il padre Federico utilizzò la circostanza per assumere questo titolo nel 1229, in occasione della sesta crociata. Corrado visse in Italia fino al 1235, anno nel quale per la prima volta si recò in Germania col padre: dopo la rivolta e la deposizione del suo fratellastro maggiore Enrico, Corrado fu designato da Federico a proprio successore, ma le scelte dell’imperatore non ebbero successo, in quanto nella dieta di Magonza inizialmente gli elettori non lo nominarono re, nonostante l’accordo raggiunto con i Guelfi e i Wittelsbach, suggellato dal fidanzamento di Corrado con una figlia del duca Ottone II di Baviera. Il destino del giovane Corrado fu la Germania, dove assistette il padre nel consolidamento del potere imperiale e vi si fermò, tra mille difficoltà , fu eletto re quando aveva nove anni, nel febbraio 1237, durante una dieta a Vienna ma non venne da  ratificato papa Gregorio IX,dato che  comprendeva non solo la nomina a re, ma anche la successione sul trono imperiale, secondo la formula “in Romanorum regem et in futurum imperatorem nostrum post obitum patris habendum”. Nel giugno dello stesso anno l’elezione di Corrado fu confermata nel corso di una curia celebrata a Spira, ma a differenza del fratello Enrico, Corrado non fu incoronato. Mentre Federico II si concentro sullo scontro contro il papato e i comuni italiani, Corrado rimase quasi sempre in Germania con il compito di rappresentare il padre: al fianco di Corrado, almeno fino al 1241, in qualità di procuratore imperiale, fu il vescovo Sigfrido III di Magonza, coadiuvato da un consiglio di reggenza composto tra gli altri dai poeti Corrado di Winterstetten, Goffredo di Hohenlohe; dal 1242 il nuovo procuratore imperiale fu il langravio Enrico Raspe, affiancato da Venceslao re di Boemia, entrambi vicini alla politica dell’imperatore negli anni che videro l’avvicinarsi in Europa dell’invasione mongola. Poi dal 1245 in poi, raggiunta la maggiore età, Corrado cominciò a intervenire attivamente e personalmente oltre a ricercare presso i principi sostegno alla politica paterna; questa era minacciata dalle manovre di papa Innocenzo IV e dell’arcivescovo di Colonia che avevano portato dalla loro parte numerosi principi: nel Concilio di Lione, il papa scomunicò Federico II e dichiarò decaduto Corrado; l’anno successivo Enrico Raspe fu eletto re di Germania e il 5 agosto 1246 Corrado fu sconfitto nella battaglia di Nidda dall’usurpatore langravio di Turingia. (wiki).  l 1º settembre 1246, a Vohburg, Corrado sposò Elisabetta di Wittelsbach, figlia del duca di Baviera Ottone II. Con questo matrimonio i Wittelsbach divennero gli alleati più potenti degli Hohenstaufen. Dopo la morte di Enrico Raspe, avvenuta nel 1247, il papa designò Guglielmo II d’Olanda come re di Germania. Corrado si scontrò militarmente col concorrente, dapprima con esiti scoraggianti. Nel 1250 gli riuscì però di sconfiggere Guglielmo ed i nobili renani suoi alleati. Lo stesso anno moriva a dicembre il padre Federico II: nel suo testamento lo nominava erede universale e suo successore sul trono imperiale, su quello di Sicilia e su quello di Gerusalemme, concedendo a Manfredi – fratellastro di Corrado – il Principato di Taranto e con esso il baiulato del Regno di Sicilia. Papa Innocenzo IV non volle riconoscere il testamento, in particolare per la successione al Regno di Sicilia che considerava una prerogativa pontificia. E nel 1251Guglielmo II d’Olanda ritrovava il successo militare. Preso atto della situazione disperata in Germania, Corrado decise di venire in Italia con la l’intendo di consolidare il suo dominio sul  Regno di Sicilia, che il fratellastro Manfredi teneva come reggente, ma che aspirava a far proprio. Nell’ottobre 1251 si mosse verso l’Italia, attraversò il Brennero, sostò a Verona e a Goito, dove incontrò i vicari imperiali; si imbarcò a Latisana sulle navi inviate dal fratellastro e nel gennaio 1252 sbarcò a Siponto, proseguendo poi insieme a Manfredi nella pacificazione del Regno.
Nella dieta di Foggia (febbraio 1252) Corrado stabilì nuove condizioni per procurarsi la benevolenza della popolazione e di una più ampia schiera di baroni: l’abolizione della colletta generale; lo spostamento dell’università dalla ribelle Napoli a Salerno; l’annullamento di concessioni demaniali a favore dei Lancia (parenti di Manfredi) e persino la mancata ratifica del riconoscimento a Manfredi di feudi e della completa autorità nel Principato di Taranto che pure aveva ottenuto dal testamento paterno. Nel frattempo, anche per garantire la continuità nella politica di Federico II, si circondò di consiglieri che avevano già servito l’imperatore, quali Pietro Ruffo, luogotenente in Calabria e in Sicilia, Bertoldo di Hohenburg, Federico d’Antiochia, il cancelliere Gualtieri d’Ocre, il vicario Oberto Pelavicino.  Nella primavera del 1252 fallì un ultimo tentativo di riavvicinamento al papa, il quale era sempre più convinto di poter disporre dell’investitura del Regno, e così Corrado ritornò all’attacco: nel 1253 riportò sotto il suo controllo le  ribelli contee di Caserta e Acerra, conquistò Capua e nell’ottobre infine anche Napoli. Le cose però precipitarono nei primi mesi del 1254: il papa inviava legati col compito di investire Edmondo, figlio del re d’Inghilterra, del Regno di Sicilia; inoltre scomunicava (9 aprile 1254) in maniera definitiva e solenne Corrado, il quale nel frattempo diveniva sospettoso e ostile nei confronti di Manfredi, restio ad accettare la diminuzione della sua autorità sui feudi assegnatigli dal padre. Corrado, contemporaneamente rafforzava il suo controllo nei confini settentrionale del Regno, procedendo alla fondazione di una nuova città: Aquila.  Poi la sosta a Lavello e la morte per malaria. Il giovane imperatore lasciava il figlio Corradino, ancora bambino e rimasto in Germania, sotto la tutela del papa, mentre fu nominato governatore del Regno di Sicilia il marchese Bertoldo di Hohenburg; in realtà Manfredi proseguì la reggenza senza contrarietà. Corrado come molti figli  di Federico II amava le arti a la cultura, la sua  corte di in Germania fu influenzata  dalla ricchezza spirituale e culturale di quella siciliana: Corrado amava la poesia e fu protettore dei poeti famosi come Konrad von Winterstetten e Gottfried von Hohenlohe facevano parte del suo entourage; Rudolf von Ems scrisse per lui una Cronica universale. Allo stesso Corrado sono  poi attribuite due poesie d’amore contenute nel famoso codice Manesse della Biblioteca di Heidelberg. Nel 2005, nella biblioteca universitaria di Innsbruck, in un codice manoscritto vecchio di 700 anni, è stata casualmente scoperta una raccolta di circa 200 fra lettere e mandati scritti da Federico II, Corrado IV e altre personalità di spicco del XIII secolo, fra cui Papi, Sultano mamelucco d’Egitto, e il Re di Gerusalemme Giovanni di Brienne – che fu anche suocero di Federico, che ne aveva sposato, in seconde nozze, la figlia Jolanda di Brienne. L’importanza della scoperta sta nel fatto che 130 documenti erano fino a quel momento inediti e gettano nuova luce sulla biografia e sulla personalità di Corrado: le lettere testimoniano infatti della sua intensa attività diplomatica nei confronti del , estese dall’Inghilterra all’Europa continentale fino al Medio Oriente. Al contempo, le carte mostrano il giovane imperatore in grado di esercitare la sovranità che gli deriva dalla corona di Sicilia, investito personalmente di questioni come l’ampliamento del porto di Salerno e di quello di Barletta, dettando le linee organizzative dello Studium Universale di Salerno (secondo il modello dell’Università di Napoli), intervenendo sulla manutenzione di ponti, sulle misure per incentivare l’immigrazione ebraica nel Regno di Sicilia, fino a occuparsi personalmente perfino di faccende minute e quotidiane, in ambiti molto disparati, come la costruzione di un mulino ad acqua, questioni di vicinato o dispute giuridiche in materia di successioni.

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