F1: A DUE GIRI DALLA FINE LE FERRARI BUCANO LE GOMME

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Marco Di Geronimo

Marco Di Geronimo

Ricciardo ha girato senza problemi per 31 tornate con le gomme SuperSoft. Vettel ha sfaldato le proprie gomme Soft dopo soli 21 giri, con vettura più scarica. In questo può sintetizzarsi l’esito disastroso del GP di Gran Bretagna per la Scuderia Ferrari, che chiude 3^ e 7^ dietro una doppietta last-minute dei rivali della Mercedes.

Lewis Hamilton ha dominato la corsa dal primo all’ultimo giro, inanellando anche pole position e giro più veloce. Dopo esser stato nell’occhio del ciclone per aver marinato l’appuntamento promozionale della F1 a Londra, il #44 ha messo a segno un ruggito che gli consegna una rimonta di 19 punti in classifica piloti. Ma se la corsa è tutta sua, la scalata in graduatoria non è tutta farina del suo sacco.

Mario Isola cinguettava: «Di certo alla Ferrari ci proveranno [ad arrivare fino in fondo con le Soft], abbiamo ricevuto ottimi riscontri con Bottas». Il #77 della Mercedes partiva indietro per una penalità al cambio, e scattava con gomme gialle. Dopo 31 giri è tornato ai box, ha montato le rosse e ha bevuto il distacco che pagava a Vettel e se l’è mangiato in tre giri.

Al 49° e al 50° giro le gomme gialle della Ferrari sono esplose prima sulla vettura #7 di Kimi Raikkonen e poi sulla #5 di Sebastian Vettel. Una catastrofe che ha mandato in fumo tutti gli sforzi del weekend. Il Cavallino aveva giocato anche con strategia e stava perfezionando un doppio podio.

Con Raikkonen stazionario a controllare la seconda piazza (e il finnico aveva un ritmo che ha replicato poche volte quest’anno), la magia l’aveva compiuta il muretto di Vettel. Il tedesco era rimasto imbottigliato dietro il compagno di squadra, lasciando a Verstappen luce sufficiente per azzardare e concludere il sorpasso. A nulla sono valsi gli attacchi del tedesco ai danni dell’olandese: si è quindi preferito anticipare il pit-stop, sfruttare il giro d’anticipo su gomme più fresche e passarlo ai box. Operazione conclusa con successo. A tre quarti di gara, due gli obiettivi da mettere a segno: rallentare Raikkonen per consegnare il secondo posto a Vettel (che vale tre punti in più del gradino più basso del podio) e nel contempo impedire a Bottas di salire in Top 3.

Ma Bottas ha sorpassato il #5 prima che tutto ciò fosse tentato. Le gomme gialle di Vettel hanno ceduto in prestazione e rallentato il tedesco al punto da vanificare qualsiasi tentativo di difesa. Raikkonen ha subito uno sfaldamento della propria anteriore destra, e sorte analoga è toccata al compagno di squadra un giro più tardi.

In buona sostanza, se la Mercedes ha avuto un passo migliore per tutta la gara, la Ferrari era riuscita a giocarsi le sue carte bonus (strategia, gestione delle gomme, pit-stop e assetto) con maestria. Finché le Pirelli non sono cedute tra lo stupore (e la disperazione) generale.

Come sia possibile che Daniel Ricciardo, costretto a una rimonta dalla penultima piazza e quindi in traffico perenne (con i gas bollenti che surriscaldavano gli pneumatici), riesca a concludere 31 giri con la mescola più morbida e le Ferrari distruggano dopo 21 giri quella intermedia (per di più, con carico di carburante inferiore), chi scrive non lo sa. Ho già parlato in passato del «paradosso delle tre mescole»: nei prossimi giorni cercherò di scrivere un aggiornamento a quel dossier scottante.

Intanto la Scuderia Ferrari subisce una tegola di proporzioni inedite quest’anno. Un vantaggio di 20 punti si è ridotto a una misera lunghezza (destinato a essere rinegoziato col sangue nelle prossime corse), e l’emorragia in classifica costruttori si è aggravata. Il mondiale sembra a una svolta e la bussola torna a indicare Stoccarda. Ma questa volta, l’indiziato numero uno non è Wolff, ma Isola.

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Sull' Autore

Direi di scrivere soltanto questo: "Potentino, classe 1997. Mi sono laureato in giurisprudenza a Pisa".

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