F1: Hamilton 50, il diluvio dietro le imprendibili Mercedes

0
Marco Di Geronimo

Marco Di Geronimo

Lewis Hamilton ha marchiato a fuoco il Gran premio di Austin. Le distanze sono accorciate ma non troppo. In compenso, nessuna squadra è stata capace di contrastare il dominio Mercedes: una dopo l’altra, tutte le macchine avversarie hanno perso chances o terreno. Il 2016 è ufficialmente l’anno di Stoccarda, e forse è per questo che la FIA prova a togliere linfa ai tedeschi.

La vittoria di Hamilton non è mai stata messa in discussione. Dopo settimane di inseguimento, l’inglese centra il 50° successo in carriera e si proietta a 26 punti da Nico Rosberg. Il compagno di squadra aveva avuto un buono spunto, ma non sufficiente per impedire a Daniel Ricciardo di frapporsi tra i due della Mercedes. Così Lewis ha potuto scavare un distacco che Rosberg non è riuscito a recuperare.

Le prestazioni della Red Bull sono state positive. Capaci di frapporsi tra i tedeschi e le Ferrari al sabato, le macchine sono apparse performanti anche la domenica. Kimi Raikkonen era riuscito a mettersi davanti a Max Verstappen, con cui Sebastian Vettel ha iniziato a duellare qualche giro dopo.

Hamilton 50Proprio l’olandese si è reso protagonista però di tre macchie in pochi giri. Anzitutto è rientrato ai box, credendo di essere stato chiamato dal muretto. Pur non avendo ricevuto nessun ordine in merito. Poi ha detto all’ingegnere di «non essere qui per arrivare quarto» all’ammonizione di risparmiare gomme. E infine si è dovuto ritirare dopo aver tenuto la macchina in pista, a soli 40 km orari, per quasi metà giro. Il problema al motore non è ancora stato chiarito.

Verstappen è saltato agli onori della cronaca fin dal pre-gara. In un briefing dei piloti si è accesa una discussione attorno alle sue manovre, che gli altri conduttori hanno ritenuto troppo pericolose. Voci di corridoio dicono che Kimi Raikkonen, normalmente poco incline a parlare, ha tenuto un discorso di ben tre minuti. Mentre il giovanissimo alfiere Red Bull stava seduto a far niente, ribadendo che se non aveva ricevuto penalità era perché era innocente.

La Ferrari ad AustinUn disastro invece la gara delle Ferrari. Era partita bene, con Kimi Raikkonen agguerrito che si contendeva la zona podio con Daniel Ricciardo e Nico Rosberg. Poi il finlandese è andato in crisi con le gomme “gialle”, le Soft, al punto da rientrare e rimontare le SuperSoft rosse. Forse complice la Virtual Safety Car entrata in pista per colpa di Verstappen, questo treno è riuscito a reggere abbastanza a lungo da rimontare Ricciardo con le gomme Medium. Ma poi Kimi è rientrato ai box e una sua gomma è stata avvitata male: per lui il ritiro è stato inevitabile.

Sebastian Vettel ha invece condotto una gara più anonima, senza riuscire a schiodarsi dalla sua posizione di partenza e provando a cambiare strategia allungando il primo stint, ma senza risultato. La sua quarta posizione gli arriva anche con un pit-stop supplementare agli ultimi giri, effettuato in tranquillità grazie al distacco su Sainz jr.

Pepe e allegria nelle posizioni di rincalzo. Kvyat ha provato fino all’ultimo ad artigliare il 10° posto, che però è andato a Romain Grosjean. Il francese ha riportato la Haas, unico team statunitense al via, all’interno della zona punti. E proprio nella gara di casa. Scalpore invece per le prestazioni di Carlos Sainz jr e di Fernando Alonso, che hanno incassato rispettivamente la 6^ e la 5^ posizione dopo un focoso duello negli ultimi giri. Concluso con un yee-haaa! di Alonso dal sapore (manco a dirlo) molto country.

Condividi

Sull' Autore

Direi di scrivere soltanto questo: "Potentino, classe 1997. Mi sono laureato in giurisprudenza a Pisa".

Rispondi