IL REBUS QUIRINALE E IL MISTERO GEOGRAFICO: MA ESISTONO LE MACRO REGIONI? QUARTO DIALOGO CON GIANFRANCO BLASI

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Leonardo Pisani

Leonardo Pisani

I dialoghi con Gianfranco Blasi. Siamo al quarto appuntamento. Ci siamo confrontati sul toto nomi per il Quirinale e sull’accordo fra Bari e Matera per una nuova macro regione. L’onorevole Blasi non le manda a dire…

Onorevole, partiamo dall’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Mattarella sembra sfilarsi da un possibile doppio incarico. Lei che idea si è fatto?

In politica mai dire mai. Che Mattarella non abbia alcun desiderio di continuare è del tutto comprensibile. Non solo per la sua onorabile età, ma anche per il rispetto che il Presidente porta alle nostre istituzioni e alle regole che le governano. Detto questo il parlamento potrebbe anche incartarsi in una non soluzione. A quel punto andrebbero a chiederglielo in nome della difesa della Carta Costituzionale e delle istituzioni medesime.

Continui, conoscendola so che Lei coltiva ancora molte amicizie romane, soprattutto nel centro destra.

Per la prima volta il Pd, e in generale la sinistra, non sarà centrale nella scelta del prossimo Presidente della Repubblica. I voti sono nelle mani dei Cinque Stelle (tanti), in quelle di Salvini (abbastanza) e poi vengono quelli di Forza Italia e, infine, il Pd. La Meloni è quasi ininfluente. I sondaggi sono una cosa, il numero attuale di parlamentari, un’altra. La Meloni ha un valore aggiunto marginale, definiamolo di influenza politica. Giocherà di sponda e darà i propri voti ad un Presidente che nella prossima legislatura possa guardarla senza pregiudizi. Renzi, invece, con pochi voti, proverà a dare le carte. E’ nella sua indole. Anzi, lo sta già facendo. Lui punta su Casini. Ne ha parlato, indovini un po’? Non con Letta, con il quale non ha nessun rapporto. Ma proprio con Salvini. Casini piace anche a Tajani (che un pensierino per se stesso lo fa. Per questo non è entrato nel governo) e a Berlusconi, al quale formulo i migliori e più sinceri auguri per la salute. Il presidente mi è caro. Purtroppo non sta benissimo. Nel Pd ci sono due candidati su tutti. Uno è Franceschini, l’altro è Gentiloni, che i suoi amici chiamano, con un pizzico di sarcasmo,“l’oriundo”, per via della sua attuale esperienza politica all’estero. I Cinque Stelle non potranno inventarsi nomi indigesti, come Davigo o esotici, come la Gabanelli. Hanno solo la carta Giuseppe Conte, l’avvocato del popolo. Ma Conte sarà bloccato da Renzi e da pezzi del Pd. La partita è solo all’inizio. I giochi di palazzo sono lunghi ed imprevedibili. Aggiorniamo i nostri lettori alle prossime settimane. Comunque la Marta Cartabia  è un nome da tenere monitorato.

 Non ha parlato di Mario Draghi.

Il presidente Draghi è, naturalmente, il candidato più autorevole. Anche se lo preferisco come premier. Non l’ho citato perché tifo per lui.

Cosa pensa, per venire all’attualità, delle ultime mosse di Enrico Letta?

Enrico Letta, lo conosco personalmente, è bravo, composto, intelligente, preparato. Ma non è un leader politico. Lo definirei un uomo di governo e delle istituzioni. E’ molto legato alla vecchia idea dell’Ulivo. Ideologicamente fa fatica a dialogare con quelle che lui definisce le destre. Naturalmente non parlo di Forza Italia. Ha posto questioni deboli sul piano dell’allargamento del consenso per il suo partito. Lo Ius soli, il ddl Zan e l’aumento della tassa di successione non sono temi popolari e non hanno priorità in un’agenda di governo di larghe intese. Trovo queste scelte, e non entro nel merito, inopportune in questa fase. Un partito di sinistra dovrebbe puntare sul lavoro, su riforme di sistema e su politiche di protezione sociale. Le provocazioni non aggiungono voti, mentre le questioni di salotto sono conformiste ed inefficaci.

Veniamo ai fatti di casa nostra. Lei da mesi ripete a piè sospinto che bisogna tenere Matera dentro la Basilicata. Che ne pensa dell’accordo fra il sindaco di Matera e quello di Bari. Quest’idea di regione diffusa fra le due città… 

Il Tg della Basilicata, questa cosa la trovo incredibile, l’ha fatta apparire come una giornata storica per l’alleanza economica-istituzionale tra Matera e Bari. Ricapitoliamo. Nella sala municipale del Comune di Altamura, il sindaco di Bari, Antonio Decaro e il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, alla presenza del sindaco del centro murgiano, Rosa Melodia, hanno firmato il protocollo d’intesa tra le due Città per la definizione e la realizzazione di azioni, definite da entrambe le parti, strategiche e condivise, in materia di promozione turistica e culturale della macro regione Bari-Matera. Dott. Pisani, glielo ripeto. L’hanno chiamata macro regione!

Ma di che tipo d’ accordo parlano, dico nei contenuti.
L’accordo si inserisce nel solco delle esperienze che, negli ultimi anni, hanno accomunato le due città a partire dalla condivisione di obiettivi di cooperazione strategica, poi concretizzatisi nella stipula di vari accordi istituzionali nell’ambito della mobilità (con il completamento della direttrice viaria di collegamento SS 96), dei servizi per le città intelligenti, del turismo e della cultura.
Diciamo pure due cose, entrambe politiche. La prima è che l’appuntamento di Altamura è stata l’occasione per fare il punto sul programma in corso di definizione del primo importante evento di rilievo internazionale, il prossimo G20 che ospiterà a Matera le delegazioni dei ministeri degli Esteri dei Paesi e che vedrà il coinvolgimento della città di Bari. La seconda cosa è l’esclusione formale e sostanziale della Regione Basilicata. Si tratta di una dichiarazione di guerra fatta dai Cinque Stelle materani al nostro sistema regionale.

Onorevole, però l’ idea dell’economista lucano, il professor Cuoco, che Lei spesso cita, dei nuovi scenari di integrazione interregionale va nella direzione dell’accordo fra Bari e Matera.

Per certi versi potrei anche dirle di si. Matera è facilmente accessibile da Bari. Esiste un’area territoriale vasta che penetra dal mare, attraverso la Murgia, e arriva alla Collina Materana. Sono state create infrastrutture, strade veloci e relazioni commerciali solide. Le aggiungo che studi basati sui tempi di percorrenza, determinati dalle nuove reti viarie, consentono di ampliare oltre i confini regionali, proprio verso Bari e Taranto,i bacini di beni e servizi offerti da imprese e istituzioni localizzate nel materano. Soffro nel dirlo. A mancare è la programmazione regionale. Una visione strategica che faccia guardare Matera anche verso il corridoio tirrenico, che spinga i flussi turistici da e verso il Metapontino e il Potentino. A via Verrastro sarebbero degli sciagurati se pensassero di guardare a questi fenomeni di saldatura fra Bari e Matera senza inglobarli nel sistema Basilicata. Il futuro della Basilicata come Regione si gioca nei prossimi anni. Matera resta il perno di un’idea compiuta di regione, naturalmente con Potenza e tutte le aree che compongono il nostro sistema socio economico. La prego, suggerisca alla testata giornalistica della Tgr di Basilicata di occuparsi di questo tema tifando per se stessa, cioè per la Basilicata.

Ma c’è una questione politica?

Guardi, il centro destra e il centro sinistra lucano si sono molto impegnati, entrambi,  per perdere le elezioni amministrative a Matera. Ora, una amministrazione isolata e debole come quella Bennardi cosa fa? Chiede aiuto a Di Maio (G20) e guarda verso Bari. A Potenza non può guardare per ovvie ragioni d’identità politica. Ma è Potenza, è l’Amministrazione Bardi che deve tendere la mano a Matera. Prima che sia troppo tardi e che questa sciocchezza della macro regione prenda corpo ulteriore.

Mi ha promesso che dobbiamo parlare di sanità regionale e di ospedali?

Lo facciamo la prossima puntata. Ormai Lei è un mio appuntamento fisso, non voglio dire irrinunciabile.

 La tranquillizzo, Onorevole. Ho altre priorità, anche se  queste nostre chiacchierate m’intrigano. Ma solo politicamente…

 

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