La Ferrari ha forgiato una doppietta rischiando di perdere tutto. Il GP d’Ungheria è stato vinto con Vettel col volante storto e Kimi Raikkonen che ha resistito col sangue e coi denti agli attacchi di Lewis Hamilton. Una gara d’altri tempi s’è corsa sull’Hungaroring, con tanti protagonisti autorevoli. Tra cui Fernando Alonso, che ha siglato il giro più veloce.
La prima fase della corsa s’era conclusa coi migliori auspici. Le Ferrari erano riuscite a conservare la leadership alla partenza, con Raikkonen che ha provato ad attaccare Vettel e in questo modo è riuscito a difenderlo dalle grinfie degli avversari. Hamilton era rimasto imbottigliato nel traffico delle Red Bull, ma ha provveduto Verstappen a levargliele davanti.
Il #33 ha colpito in pieno il compagno di squadra Ricciardo, dopo essere andato lungo in curva. Tutt’ora si discute se è stato un suo errore (è l’opinione di chi scrive), e se l’ha fatto apposta pur di rispondere al sorpasso all’esterno dell’australiano (lo pensa Villeneuve). Con questo crash, Ricciardo è finito fuori gioco con una foratura e un testacoda spettacolare (che ha messo in difficoltà Ericsson), mentre Verstappen ha ricevuto una penalità di 10 secondi che ha dato strada libera al #44 della Mercedes.
A un certo punto il tre volte campione del mondo britannico ha perso il contatto radio con il box. I ferraristi hanno gioito poco delle disgrazie altrui: qualche giro dopo, Vettel ha chiamato il suo ingegnere, Adami, e gli ha detto che il volante s’era storto. Così da avercelo piegato a sinistra in rettilineo.
La gara si è fatta improvvisamente difficile. Col volante storto il #5 non poteva reggere il passo di prima e ha costretto anche Raikkonen, che lo seguiva, a rallentare. E così sono stati raggiunti da entrambe le Mercedes. A trenta giri dalla fine il distacco del primo dal quarto non superava i 5 secondi…
Il #7 ha iniziato a scalpitare, chiedendo di sopravanzare il compagno tedesco. Ne aveva di certo di più, e qui in Ungheria aveva diritto alla vittoria. Ma Maranello ha pensato di usarlo come tappo per impedire ai Mercedes di attaccare la vittoria, mettendo al sicuro un buon vantaggio di punti su Hamilton. Il quale si barcamenava nel tentativo di sorpassare Valtterri Bottas, che navigava in terza posizione.
L’inglese ha preteso l’ordine di scuderia. Così il finnico è stato costretto a dargli strada e Hamilton si è lanciato all’inseguimento di Kimi Raikkonen. Ma il finlandese della Ferrari è stato meno morbido del suo connazionale in Mercedes (che pure aveva lasciato strada platealmente, facendo capire il suo disappunto). Era chiamato all’impresa di non appiccicarsi troppo agli scarichi di Seb, altrimenti avrebbe avuto problemi con le gomme e col motore a causa dei gas di scarico: ma al tempo stesso doveva mantenere un distacco superiore al secondo per impedire a Hamilton di attivare il DRS.
Sono stati trenta giri lunghissimi, ma alla fine Hamilton non è riuscito a sopravanzare Raikkonen. E nella sorpresa generale, all’ultima curva (forse costretto dalla squadra, che temeva la figura mediatica molto magra con Bottas per il modo in cui aveva dato strada al capitano), Lewis ha lasciato strada (e podio) al suo compagno di team. Che non ha voluto ringraziare quando Mara Sangiorgio – un po’ maliziosamente – gliel’ha chiesto nel post-gara…
Adesso la Ferrari ha di nuovo ossigeno: 14 punti di vantaggio in classifica piloti e 39 di svantaggio in graduatoria marche. La strada per portare a casa entrambi i titoli in Italia è ancora lunga, ma perlomeno non si sono realizzati i terrificanti scenari che vedevano Hamilton allungare…