LACORAZZA, LA CORTE RIFA’ I CONTI

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Va oggettivamente dato risalto alla nota con cui l’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, nel dare notizia che la Corte dei Conti lo ha condannato al risarcimento di 1300 euro, mette garbatamente in risalto che la stessa Corte ha contemporaneamene derubricato del 90 per cento la iniziale contestazione di 15mila euro. Lui farà ricorso anche per queste mille Euro, ma , prima che la stampa si impossessi della condanna nel modo consueto, ha tenuto a chiarire le cose come stanno. Ed ha fatto bene perchè questa storia dei rimborsi ai consiglieri da molte parti è stato sfruttata, montata ed utilizzata come la più grossa occasione per sparare a zero sulla casta o su parte di essa. Che la stessa abbia molte cose sulla coscienza è fuori di dubbio, come è fuor di dubbio un sistema che ha vissuto nei decenni scorsi, e, secondo alcuni, tuttora sembra che stia vivendo, di  commistione tra pubblico e privato e, in qualche caso, di favoritismo imprenditoriale. Ma che si usino le cose più banali e più contestabili per far vedere che la casta è sotto tiro, è un espediente che non serve più. Come un mago che abbia fatto maldestramente vedere dove sta il trucco. E siccome la regione ha bisogno di verità, sono queste le cose che debbono venire fuori. E non è una verità quella di dire che o mille euro oppure un milione di volte tanto appartengona alla stessa categoria penale e contabile. Questa è filosofia del diritto. E, a proposito di stampa, chissà se il titolo che uscirà fuori sarà “Lacorazza condannato dalla Corte dei Conti, oppure Lacorazza , ridimensionata ad appena iol dieci per cento la contestazione iniziale”  r,r.

Ecco comunque la nota del consigliere Lacorazza

“Rendo pubblica la notizia del giudizio della Corte dei Conti che ha deciso per la mia restituzione di 1.368,95 alla Provincia di Potenza poiché non avrebbe giudicato sufficienti alcune motivazioni per rimborsi spese di rappresentanza ricevuti.

La vicenda risale al 2009 ed era partita da una contestazione da parte del Pubblico Ministero Contabile di ben 15.823,46 euro;

dai 15.823,46 euro iniziali contestatimi la Corte con la sentenza n.5 del 7 febbraio 2017, appena trasmessami, li ha ridotti a circa l’8% (€1.368,25).

In ogni caso, sebbene il valore economico oggi richiestomi sia molto inferiore ai costi della difesa  che dovrò sostenere, farò, comunque, ricorso alla sentenza per le seguenti particolari motivazioni:

  • parliamo di rimborsi, cioè di spese di rappresentanza regolarmente da me sostenute che solo a seguito di verifica degli uffici (ben due!) mi sono state rimborsate. A tal fine ho presentato alla Corte specifiche annotazioni degli incontri e delle iniziative presso la Provincia per la maggior parte corredate da articoli di giornale; tra gli esempi c’è l’ospitalità del direttore nazionale di Tecla, associazione nazionale degli enti locali oppure l’ospitalità di un professore  dell’Università di Firenze con cui abbiamo promosso successivamente una iniziativa nazionale anche in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata, come dimostrato nella memoria presentata;
  • la quasi totalità dei rimborsi spesa residui che la Corte non ha ritenuto ammissibili non erano neanche rimborsi effettuati direttamente al sottoscritto poiché facevano parte di un modesto fondo gestito dalla mia segreteria per piccole spese di rappresentanza per l’ospitalità nella sede della Provincia:  oltre 1000 persone ricevute (oltre 200 pagine allegate nei documenti di difesa), tra cui autorità civili, religiose, militari, scolastiche, etc.;
  • la Corte non ha ritenuto di esprimersi o di effettuare compensazioni relativamente a circa 4.000 euro a cui ho rinunciato (solo nel periodo oggetto di contestazioni), avendone pieno diritto, per missioni istituzionali, tutte minuziosamente documentate negli atti, nel rispetto del decreto Ministeriale del 12 febbraio 2009. Il decreto prevedeva che oltre ai rimborsi delle spese sostenute e documentate, tutte verificate dagli uffici, avrei avuto diritto anche ad un rimborso forfettario a cui ho sempre rinunciato: circa 4.000 euro, molto oltre i 1.368,95 euro oggi contestatimi.

E’ comunque da evidenziare che la cifra contestatami presenta errori nel calcolo materiale degli importi.

Nel rispetto del giudizio della Corte, non aggiungo ulteriori specifici argomenti che saranno riportati nel mio ricorso alla sentenza ma ritengo importante fornire un quadro complessivo dei tagli alle spese di rappresentanza operati in Provincia durante la mia presidenza.

Nello specifico proprio sulle spese di rappresentanza voglio evidenziare che già nel secondo semestre del 2009 (allorquando mi sono insediato) abbiamo proceduto ad un abbattimento del 40% e nel 2010, anno del primo bilancio della mia consiliatura, la riduzione di spesa è stata superiore al 70%. Sto parlando di anni lontani dal clamore mediatico dei costi della politica. Se si considera, infine, l’ultimo anno del mio mandato, il 2013, la riduzione è superiore al 95% (l’importo della spesa di rappresentanza nel 2008 ammontava a € 57.679,30). Pertanto nel corso della mia attività amministrativa in Provincia tale capitolo di spesa è stato quasi del tutto azzerato.

Anche per queste regioni farò ricorso alla sentenza; vorrei che l’8% residuo, così come per il 92%, fosse riconosciuto pienamente nella legittimità o comunque per quanto mi riguarda esente da colpa avendo peraltro, lo ribadisco, rinunciato a ben più alti importi di  rimborsi per missioni. Piero Lacorazza”

 

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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