L’elefante non riesce a vedere l’alveare ma se lo calpesta rischia deve scappare. L’Eni è così potente e grande da considerare con superficialità e distacco quanto avviene in Basilicata e non ha ancora realizzato che la situazione non è da prendere sottogamba . Qualcosa era successo già un anno fa, dopo che la Magistratura è intervenuta, non tanto per le misure prese o per le persone colpite, quanto per il disvelamento di una verità che alcuni conoscevano, altri sospettavano, il grosso ignorava. Così un’azione forte ha provocato il rafforzamento di una opinione pubblica in direzione di una assoluta diffidenza circa il comportamento della compagnia petrolifera. Il resto lo ha fatto lo sversamento di uno dei serbatoi, che ha dato la conferma a quelli che paventavano il rischio di possibile inquinamento delle falde e ha trasformato negli altri la diffidenza in ostilità. I manuali di comunicazione dicono che, in situazioni del genere, si punta a riconquistare la fiducia della gente, facendo una comunicazione di crisi appropriata: cioè a) è successo questo b) stiamo facendo questo c) vi consentiamo di seguire passo per passo quello che facciamo in maniera da poterci rendere affidabili . Così ha fatto la Regione, dove alla specificità professionale del comunicatore, si è sostituito il naso lungo dei politici che hanno capito che bisognava subito cambiare registro, a rischio, altrimenti, di venire seppelliti in un pozzo di petrolio. La cosa non solo si è resa obbligata ma è stata resa anche agevolata dal fatto che gli interlocutori politici dell’Eni sono cambiati e che i decisori di adesso non intendono pagare per tutti. Di fronte a questo scenario, l’Eni non ha cambiato comportamento e ha visto di buon occhio lo spostamento delle discussioni a livello romanO, dove ha molte carte da giocare , qualunque sia il governo in carica. Le dichiarazioni del Premier Gentiloni poco rispettose nei confronti della comunità lucana e del suo provincialismo hanno fatto male , ma hanno ancora una volta contribuito al rafforzamento di una volontà contraria delle gente lucana, che ormai è pronta a reagire senza mediazione alcuna. Non è una situazione piacevole per nessuno, ma chi potrebbe far ritornare la concretezza di relazioni costruttive, anziché fare il pompiere si mette a giocare coi fiammiferi .De Scalzi annuncia la svolta green, parla di gas come fonte pulita, dopo che per decenni il gas è stato disperso nell’aria di basilicata o reiniettato nei pozzi per accelerare l’estrazione di petrolio.. Si dovrebbe ricominciare da qui, da dove il petrolio ha fatto più danni. Si dovrebbe ricominciare portando sviluppo, imprese, indotto , per dare benefici alle comunità, energia all’economia e lavoro alla comunità. Non possiamo pensare che questo programma di riconversione industriale bypassi la basilicata, considerando questo territorio una mucca nera da mungere fino alla fine. ROCCO ROSA
SE L’ELEFANTE CALPESTA L’ALVEARE
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