una poesia al giorno
(by Luigi Gilio)
La vecchia piazza
Ripasso per quelle vie
più volte, più giorni;
tutte le volte rimescolo
le tante giornate trascorse.
Le facce, le grida, i rumori,
i tanti colori.
Sembra che nulla muta,
nel silenzio di adesso,
tra le folate di vento
e il caldo tepore di un sole invernale.
Mi siedo ancora,
dall’altra parte della piazza,
e come a teatro,
aspetto che i miei pensieri,
diano inizio ad un altro spettacolo.
E il piazzale si riempie di vita.
Ragazzi sporchi, sudati,
vestiti di niente, s’inventano giochi;
più in là, il vecchio capitano,
trascina nei suoi racconti, la fantasie di pochi,
che restano ad ascoltare.
Gli uomini curano le bestie
al ritorno dai campi,
le loro donne si affrettano a preparare il banchetto di sera,
e i vecchi seduti sull’uscio, contano i giorni che restano alla loro memoria.
Nel mentre lungo la strada,
i passanti si attardano, ora con l’uno, ora con l’altro,
confidano per tempo le loro disgrazie;
il raccolto andato a male, i figli da sfamare, il fitto da pagare.
Non manca la voglia
forte nel petto, di volere ancora emigrare.
Da lontano il suono del banditore,
che annuncia alle genti le ultime novità,
si mescola, all’arrivo del mola forbice e dell’ombrellaio,
che fan sosta al centro della piazza.
Mentre la nebbia dei pensieri
si dirada,
davanti agli occhi appare ora, deserta e sconsolata,
la vecchia piazza un po’ malconcia, usurata dal tempo
e malcurata dagli uomini.