MAGIE LUCANE

0

di Giampiero D’Ecclesiis

Ascolti di musica, ognuno fa i suoi, come capita, quando capita, in auto, in casa, che so, metti una sera di maggio in un paese della nostra Basilicata.
È fresco in piazza, i visi sul palco sono facce amiche, gli sguardi sono di comprensione, di incoraggiamento, anche di felicità.
È sempre così, ci si ritrova, c’è affetto, e poi c’è la musica che fa la sua magia. Il mio riflesso è chiudere gli occhi, c’è un leggero fremito nei timpani quando sei concentrato a percepire i suoni, alle prime note aspetto e subito li riconosco, sono tornati.
Sono tornate l’India e l’Africa, giocano un duello di oud e di tamburelli, è la mia terra di ciaramelle e chitarre, è la festa dei colori, il Festival dell’Holi, note e melodie spruzzano colori tutti intorno.
Ma che bel ritorno questo dei Renanera, non che fossero andati via, erano in giro ad esplorare sentieri, sempre belli, sempre interessanti, tante collaborazioni, occasioni, successi e poi sono accadute cose, a me, a loro, a noi tutti e, magari è solo una sensazione mia personale, forse perché mi mancava il rapporto dal vivo, ora che li risento dal vivo il pensiero che si affaccia nella mia testa è: finalmente sono tornati.
Dal vivo poi ci sono tante cose che si possono fare, ballare, cantare, battere le mani oppure, come faccio io, approfittare biecamente dell’amicizia per estorcere ad Antonio Deodati, in anteprima, qualche traccia digitale per riascoltare con calma, a casa ogni nota.
L’ascolto delle tracce dei miei amici oramai è diventato un rito, stanzetta chiusa, poca luce, poltrona, cuffia e occhi rigorosamente chiusi.
Mi lascio trasportare in giro dalle note, tra le tracce che ascolto c’è “Confusa e felice”: India, spezie, voli di polveri holi colorate, il rosso amaranto, il giallo di mango, l’azzurro del lapislazzuli, il verde della menta. Mi cullano il sithar e i tamburelli, e poi con “Dune mosse” arriva secco il vento del deserto, battito di campanelli, donne e veli; i ritmi sono come onde di sabbia, come il dondolare ipnotico di una danzatrice.
Bello, bellissimo il contrasto di voci con Canio Loguercio.
L’Africa delle grandi pianure con i laghi fiumi placidi e la savana me li porta “Giudizi universali”, tamburelli e voci che cantano. Unaderosa si arrampica, graffia, sussurra, alterna dolcezze da gatta sorniona a graffi ruvidi, nella canzone “Il Chitarrista” canta immersa in atmosfera che a me ricorda il Nepal, Indocina, l’odore del sandalo, la vedo quasi la danzatrice balinese di Barong.
Apro gli occhi e mi ricordo di Ivan Graziani e della versione originale di questa canzone così tanto rock e quasi mi stupisco di come funzioni perfettamente anche questa versione così diversa. Ci vuole coraggio per sperimentare soluzioni diverse, e il risultato è veramente gradevole. Scorro la playing list e trovo tra i titoli “Paolo Pa”, anche questa la ricordo bene, la voce di Francesco Di Giacomo la ricordo, e anche questa volta il mix musicale è fresco, piacevole in più con la voce di Unaderosa che incrocia quella calda di Paolo Satta.
Altra traccia e altro viaggio, torna il Maghreb, il suono dell’oud, tamburelli, percussioni, mi portano lontano finché Unaderosa non comincia a cantare “Sono una rarità in tutta la città…” ma è Madame! Un’altra alchimia deliziosa di Antonio Deodati ha trasportato questo pezzo dalle sonorità pop di Renato Zero a una mistura alchemica di oriente e occidente in puro stile wordmusic.
E poi che dire di “Vita”? Intrecciano vocalità Unaderosa e Antonio Maggio in un sottofondo che ancora una volta riporta le atmosfere di sere davanti al fuoco sotto il nero infinito di una notte sahariana.
Nuovo brano, batte una percussione, ipnotica, e su di essa si snoda ruvida la voce inconfondibile di Pietra Montecorvino, è ancora un’eco di sud, di minareti, di palme assetate. Quando si aggiunge la voce di Unaderosa la riconosci all’improvviso la canzone di Giorgio Faletti e ti sorprendi di come con atmosfere e ritmiche completamente diverse “Signor Tenente” funziona anche meglio.
Che posso dirvi? Bello, bello, bello, questa volta i Renanera giocano a fare i prestigiatori musicali, reinterpretano brani pop e rock della musica italiana in chiave word mescolando sonorità e atmosfere musicali.
L’effetto è magico, non vi posso raccontare tutto, tutto, qualcosa ho spifferato delle cose che ho ascoltato in anteprima, profittando dei frutti saporiti dell’agguato che ho tirato ad Antonio Deodati, so che sono ancora in divenire ma posso assicurarvi che davvero il risultato è piacevolissimo.
Insomma, non resta che seguire le date e inseguire i Renanera in giro per le città, aspettando il nuovo album che si annuncia veramente tutto da ascoltare.

Condividi

Sull' Autore

Giampiero D'Ecclesiis (Miles Algo) è un geologo. Forse anche per questo riesce ad amare la profondità dei luoghi e della terra. Poeta e scrittore pubblica i suoi racconti e le sue poesie in anteprima sulla pagina Facebook e sul suo blog. Nel 2008 presenta un libro di sue poesie dal titolo “Fantasmi Riflessi” cui segue, nel 2009, il suo primo lavoro narrativo “Vota Antonio, Viaggio semiserio in una campagna elettorale del 2009” (Arduino Sacco Editore). Nel 2012 per la collana “Scritture in metamorfosi” curata dall’Associazione culturale LucaniArt, pubblica una silloge di poesie dal titolo “Graffi nell’anima”. Con il suo racconto “150° Unità d’Italia – 20 luglio 1915, Isonzo” vince il primo premio della sezione Narrativa adulti del 1° Concorso letterario Nazionale “Premio Carolina D'Araio” e, sempre nella stessa occasione, con la poesia “Salendo al paese” il terzo premio della sezione Poesia adulti. Pubblica “Due avventure di Giovacchino Zaccana viaggiatore” in una raccolta di racconti editi dalla casa editrice Pagine nella collana “Nuovi autori contemporanei”. Nel 2014 pubblica il libro “Ipnotiche oscillazioni ed altre storie” Edizioni Universosud cui segue, nel 2015 sempre con la Casa Editrice UniversoSud, il libro di racconti “Giovacchino Zaccana – Appunti disordinati di viaggio”. Collabora con giornali e con riviste on line pubblicando poesie, brevi racconti e riflessioni di natura sociale e culturale. Ha un rapporto critico con il mondo che lo circonda. E’ curioso, irriverente. Odia ed ama la politica. Preferisce quella di prossimità. E’ capace di animare eventi complessi quando la letteratura, la musica, il teatro e la poesia possono restituire una occasione anche ai luoghi che vive. Così ha fatto rendendosi ‘testimonial’ del bisogno di spazi verdi fruibili nella sua amata Potenza, di luoghi da sottrarre all’amianto, all’incuria e all’abbandono.

Rispondi