EMANUELE SANTOCHIRICO
Matera, passata da città miserabile a città esemplare, sta vivendo nell’ultimo periodo una fase di holding mediatica, produttiva e turistica. La nomina a capitale Europea della cultura per il 2019 ha rappresentato per i cittadini materani, una sorta di rivincita, un riprendersi, con le unghia e con i denti, i propri patrimoni artistici e culturali di valore inestimabile, tanto ambiti e ricercati a livello europeo e mondiale.
La città, dunque, si ritrova su di un piedistallo. Ma attenzione! È molto facile cadere.
Questa  designazione ha rappresentato, per la stessa Matera, un’opportunità unica e irripetibile, una sorta di svolta alla storia. Partendo dal basso, ragazzi e ragazzi, uomini e donne devono rappresentare la parte attiva di una città che per troppo tempo è stata schiacciata, maltrattata e malvoluta.
Son passati oramai quasi due anni da quel 17 ottobre 2014, in cui Steve Green, presidente della Giuria internazionale, aggiudicava Matera a capitale Europea della Cultura 2019 e bisognerebbe ricordare che hanno vinto la città e i suoi cittadini, il suo calore e la capacità estrema di saper accogliere ed ospitare. Due anni in cui ci saremmo aspettati ben altro. Si parlava di programmazione complessiva, recupero, eventi ma dì quest’ultimi c’è stato ben poco. Ancora tanto si può fare, pur ricordando che l’opportunità è unica e irripetibile.
Guardiamo avanti con lo slogan che ci ha accompagnato sino ad ora “Open Future”, ricordando che il futuro non è proprio così lontano!
All’interno del dossier di candidatura si rispondeva così al quesito “Perché la città desidera partecipare alla competizione?” : “Un futuro basato sulla cultura, intesa come base comune di riflessione sul perché e sul come viviamo, sugli obiettivi delle nostre esistenze, sul come si intrecciano competenze scientifiche e tecnologiche ad abilità manuali esaltate da una creatività diffusa che da sempre caratterizza la popolazione italiana – che Matera intenderà rappresentare degnamente per l’anno 2019.”Purtroppo di cultura sino ad oggi, si è visto ben poco.
Si citavano i cittadini al centro del Programma. Questi ultimi, solo in pochissime occasioni sono stati interpellati a fare scelte, condivisione di idee e pareri. Come sempre il potere decisionale è rimasto nelle mani di pochi.

Si era parlato di capacity building, un vero e proprio processo di formazione e rafforzamento delle capacità in ambito economico, istituzionale e manageriale. Tabula rasa.  (foto talamataviaggi Matera)