NINO CARELLA
E dunque il sindaco apre all’opposizione; per tentare di recuperare l’opportunità che Matera 2019 sia molto di più che un cartello di eventi per il 2019.
Ma si doveva arrivare a questo punto molto prima. Evidentemente, si é voluto attendere per esser certi di scongiurare la possibilità di ricorrere alla soluzione migliore: le elezioni anticipate.
Perchè a questo punto, non ce n’è più tempo: si andrebbe al voto in autunno, la nuova giunta comincerebbe a lavorare solo a fine anno, ricominciando tutto daccapo. E con avanti un solo anno a disposizione potrebbe fare davvero poco. Almeno sui capitoli più importanti: sviluppo e infrastrutture, per i quali dovremo attendere altre e future occasioni, o lavorare assai più duramente. Perchè ormai è chiaro: il 2019 non porterà a Matera né sviluppo, né infrastrutture.
Peraltro, sarebbe tutto da dimostrare che un’alternativa a De Ruggieri possa essere meglio di De Ruggieri. Sarebbe stata una scommessa, ma da giocare mesi fa. Oggi sarebbe un rischio eccessivo.
Certo, con nuove elezioni si potrebbe ancora tentare di recuperare almeno qualcosa sul versante dell’entusiasmo e del coinvolgimento, che sono ai minimi storici da due anni a questa parte. Ma con l’avvicinarsi del 2019 l’umore collettivo dovrebbe decisamente prendere quota, confidando che la Fondazione comincerà finalmente a lavorare per costruire il cartellone culturale annunciato dal dossier.
Peraltro, entusiasmo e coinvolgimento possono essere catalizzati anche senza il ricorso alle urne. Non è mai stato in discussione tanto il sindaco, che pure é apparso subito debole, indeciso e stanco; quanto la mancanza di fondamenta sulle quali aveva deciso di poggiare la sua azione politica: una maggioranza senza idee e con pochi talenti da spendere, arrotolata su sè stessa, appiccicata con l’obiettivo di far fuori l’avversario e ritrovatasi a governare incredula e quasi suo malgrado.
E allora diciamolo tutti insieme: che inciucio sia! Tanto verrà più correttamente definito “Governissimo” o “Governo del Consiglio Comunale” o “Alleanza dei Responsabili per Matera 2019”. Ma poco cambierà nella sostanza.
Invece molto potrebbe cambiare nel messaggio: l’alleanza “Matera 2020” (così si chiamava la coalizione anti-Adduce) è stata un fallimento totale. Se si ammette l’errore, se si chiede scusa per il tempo perso e per le occasioni irrimediabilmente ormai andate, si possono chiamare i materani ad una nuova unità, ad un nuovo sforzo collettivo, al colpo di reni e allo scatto d’orgoglio necessario per non cannare almeno l’appuntamento che evidentemente in molti hanno provato a sabotare. Interessati (alcuni) (anzi: molti) (anzi: troppi!) più al luccichìo effimero della moneta, che all’onda luminosa della Storia.
Che, per una volta, sembrava non essersi fermata altrove, come il Cristo d’altri tempi, ma pareva avere l’ostinata intenzione di puntare dritta qui.
Povera Storia: dev’essersi persa scansando uno dei cantieri della Basentana! Andiamocela a riprendere, e portiamola a casa.
Casa sua.
Casa nostra.