MIGRANTI, IL RAZZISMO VINCE. UN’ALTRA STAGIONE DI CAOS!

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pietro simonetti

Per nove anni il nuovo capannone, 5000 mq.realizzato nel 1992  a fianco del ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio è stato utilizzato,in assenza di case e di altre soluzioni abitative,sempre richieste mai disponibili, per dare asilo a circa 450 migranti ogni anno per la raccolta del pomodoro  dell’uva e delle olive. Una strenua lotta prima per recuperare la struttura a noti soggetti che dicevano di lavorare il tabacco ma  poi  organizzavano eventi  legati ai campionati europei o mondiali di calcio utilizzando il sito per piazzarvi l  i grandi schermi. Nel 2014 si  deve a coraggiosi funzionari dell’ufficio Provveditorato,con il Presidente Pittella, il recupero di quella della   struttura nonostante le minacce e le richieste di danni da parte degli ex concessionari. Si prepararono e adottarono dei progetti per trasformarla in centro di Accoglienza con attrezzature e servizi   effettuando una manutenzione del sito con adeguate risorse del bilancio regionale, perchè allora non c’era la mole di contributi UE che da qualche anno si riversano sull’Italia, spesso senza essere utilizzati.. Da sottolineare che l’allora Sindaco di Palazzo affido i lavori al suo assessore ex concessionario della struttura. Ne nacque una storia piena di sorprese  e minacce sopportate ini silenzio. La struttura ospitò i migranti stagionali. Nelcontempo, sempre con il Presidente Pittella,che mi aveva delegato a coordinare la Task forze,provvedemmo a candidare il progetto di ristrutturazione,eliminando la parte vecchia dell’ex tabacchificio,  per innovare e dare servizi nuovi co il PON  Legalità’. Ottenemmo 4.5 milioni ma l’allora Sindaco Mastro, che oggi qualcuno chiama sindaco ombra- ci negò, con tanto di delibera di marca razzista  ,la possibilità di realizzarla.

Quindi ogni anno la solita procedura: incontro un Prefettura e apertura del Centro con costanti interventi di allestimento in emergenza ; nel biennio  2020 e 21, fondi UE per 350.000  euro per sostituire i lettini ed avere letti, lenzuola,e materassi e strutture per due persone nell’abito del capannone e servizi igienici fuori con docce ed altro.
ITutto questo in perenne attesa della realizzazione dei lavori progettati dall’ufficio competente regionale :servizi fissi.Fu nominato anche il Rup.
Ebbene, La Regione, nella persona del Dirigente dell’ufficio ad interim e sicurezza,  non ha mai provveduto  ad appaltare i lavori di realizzazione dei nuovi Centri di Accoglienza stagionali di Boreano,Gaudiano e Scanzano,costi ora saliti a 15 milioni di euro i finanziamenti non spesi..
Dopo le dimissioni del Dirigente Di Bello,che aveva operato bene, il dr.Busciolano aveva promesso al Prefetto una convenzione con l’Ater,mai stipulata, così come mai effettuata  la procedura per l’avviso interno regionale per i progettisti 
Recentemente il PON Legalità nazionale,durante una riunione con il Prefetto e la Regione ha confermato i finanziamenti. Ma Busciolano ed altri sono fermi, quando non producono un vero e proprio ostracismo.
Nelle settimane scorse,secondo il rituale di ogni anno,e senza chiedere conto delle cose non fatte,il Prefetto di Potenza ha preso atto di una dichiarazione verbale accreditabile a Regione e Comune , ed accertera’- parole sue- la  presunta inagibilità del capannone nuovo del sito di Palazzo, con il che dando il via al solito andazzo annuale di un avviso pubbico di co-progettazione, allargato alla solita assistenza tecnica lautamente finanziata per un altro milione, per cercare una accoglienza d’emergenza due mesi all’anno , fatto all’ultimo momento e che con una spesa  di un milione in tre anni..  Abbiamo notizie che l’avviso sarà riprodotto il 1 agosto. L’affare co-progettazione prevale,ma non avrà vita lunga perchè , oggettivamente, nessun proprietario di case sarà disposto a fittarla per due mesi all’anno, a meno di non  corrispondere loro l’intera annualità di fitto.
Ora attendiamo gli sviluppi di una grave situazione che per la prima volta dopo nove anni prevede una misura così inattuabile da creare il caos nell’accoglienza favorendo la creazione di nuovi e improvvisati ghetti per opera dei soliti caporali.
 
 
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Pietro Simonetti

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