Storie di decadenza , cronache quotidiane di mezzucci, ultimi dispetti di una famiglia che ha fatto dell’anarchia e del caos il suo ultimo ancoraggio esistenziale. Piero Lacorazza vuole che prima di domenica tutti i candidati si pronuncino sulla richiesta di maggiore autonomia della regione nelle competenze ambientali. Non si fida del dopo e la rivincita la vuole vedere stampata sui volti di Margiotta, De Filippo, Pittella, ecc. Perché rivincita? Perché lui aveva preso quell’iniziativa sul referendum riguardante la dismissione delle piattaforme petrolifere in mare ed era riuscito a portare altre nove regioni sulle sue posizioni: poi l’ordine di Renzi ha fatto cambiare le carte in tavola e lui, Lacorazza, è rimasto intestatario di una sconfitta immeritata che gli pesa oltremodo, anche per il corollario di emarginazione che ha dovuto subire. Legittima dunque la sua posizione, ma non è ricoprendo il capo di cenere dei suoi compagni di partito che si salva la situazione. Sull’autonomia occorre discutere seriamente e approfonditamente, ma questa discussione deve avere il necessario preambolo di un riconoscimento dei costi standard e della ripartizione dei finanziamenti ordinari: una cosa sono le regioni ricche, altra cosa sono quelle regioni che non arrivano a fine mese e tanto meno possono pigliarsi competenze senza soldi. Dello stesso tenore, in casa Pd, è stata la richiesta dell’ex Sindaco Santarsiero di azzerare la giunta comunale di Potenza prima del voto. Non se n’è fatto niente se non l’impegno del segretario Polese ad aprire la verifica subito dopo il voto. Ma anche questo episodio è passato come un espediente per ottenere quello che in altre situazioni non si sarebbe ottenuto. Non entro nel merito delle richieste, semplicemente perché , in questa elezioni, esse non possono mettersi all’ordine del giorno alla immediata vigilia del voto. Due episodi diversi, ma che danno il segnale di una totale mancanza di fiducia nel Pd, all’interno del quale prevalgono i bracci di ferro, le resistenze,i piccoli ricattucci, rivelatori di un clima da ultima spiaggia nel quale ognuno cerca di salvarsi a titolo personale anziché perire o salvarsi tutti insieme, appassionatamente.
NELLA CASA IN FIAMME, SI CONTINUA A LITIGARE
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