LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’, MARGHERITA PERRETTI

La nostra visione di sviluppo della Basilicata si identifica con una aperta, inclusiva, in cui donne e uomini, giovani e meno giovani sono parte di quel capitale umano che costituisce la nostra principale risorsa e, quindi, non va disperso o sottoutilizzato, ma valorizzato, in tutte le sue componenti”.   E’ il messaggio che la Presidente della Commissione regionale parti opportunità , Margherita Perretti, invia il 25 novembre in occasione  della giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne. Le Perretti ,nelle sue riflessioni sulla condizione femminile oggi, parte dagli effetti che l’emergenza epidemiologica, esplosa in tutte le sue contraddizioni e drammaticità , ha prodotto : 470.000 donne occupate in meno rispetto allo stesso del 2019. “Le donne – puntualizza la Presidente della Crpo – sono state le più colpite da questa crisi, in termini di occupazione e sovraccarico del lavoro di cura, partendo già da una situazione svantaggiata. Con la chiusura delle scuole il tema della conciliazione si è imposto in modo emergenziale, sia per le mamme che hanno dovuto garantire la presenza sui luoghi di lavoro, che per quelle che lavorano in smart working ma devono, contemporaneamente, seguire i figli con la didattica a distanza.

Che la situazione sia drammatica lo dimostra, per la Perretti, l’ultimo rapporto sulla povertà della Caritas:  la nuova povertà si identifica col profilo di giovane donna, precaria, con due figli” . Non a caso il Presidente ha definito ‘impresentabile’ il tasso di occupazione femminile in Italia, pari al 48,4 per cento, contro il 60 per cento della Francia ed il 70 del Regno Unito. E’ stato dimostrato – precisa la Presidente della Crpo – che, portando l’occupazione al 60 per cento il Pil aumenterebbe di 7 punti. Inoltre, il 73,2 per cento delle lavoratrici ricorre al part-time, per il 60 per cento involontario, e poi c’è il GENDER PAY GAP: i redditi complessivi guadagnati dalle donne sul mercato del lavoro sono in media del 25 per cento inferiori rispetto a quelli degli uomini”.

 “Quali possibili azioni sviluppare sul territorio regionale? si chiede la Presidente della Commissione pari opportunità? La Basilicata –dice- – è tra le dieci Regioni dell’Unione europea con i tassi di occupazione femminile più bassi, il 33 per cento. Una giovane under 30 su quattro non studia né lavora, gli asili nido garantiscono il posto solo al 9,7 per cento dei bambini (Rapporto Save The Children 2020) e sono presenti solo in una quarantina di Comuni. Indubbiamente necessitiamo di infrastrutture sociali per la cura di bambini ed anziani, con orari che supportino l’orario lavorativo della donna, quindi dall’organizzazione flessibile. E scuole a tempo pieno su tutto il territorio regionale. Mancano i nidi, i micronidi e i nidi aziendali : abbiamo soprattutto PMI sul nostro territorio, si potrebbero immaginare soluzioni di rete per una condivisione di servizi comuni per armonizzare i tempi vita-lavoro delle dipendenti.Gli investimenti in conciliazione vanno visti come investimenti produttivi per la crescita dell’occupazione femminile e creazione di nuovi posti di lavoro, e non solo come costi di welfare”.

“La proposta alla Regione Basilicata in merito ai nidi – pone in Chiaro Perretti – porta a stravolgere l’impostazione avuta fino ad ora. Va superato il concetto di nido come servizio assistenziale, la fascia 0-3 rappresenta l’inizio di un percorso educativo, per cui le competenze dovrebbero passare dalla Sanità all’Istruzione. E certamente andrebbero aumentati gli stanziamenti in bilancio, altrimenti le rette sono troppo elevate e il servizio è poco utilizzato. Del resto, questo incremento ritornerebbe già dall’anno successivo dal fondo nazionale ancora parametrato alla spesa storica. Inoltre, la legge che disciplina il servizio è del 1973 e, dopo 50 anni forse sarebbe il caso di aggiornarla, adattandola ad esigenze ormai mutate. Abbiamo, inoltre, una legge regionale del 2016 sul nido familiare ‘Tagesmutter-mamma di giorno’, perché non darle la giusta implementazione? Anche la programmazione della formazione andrebbe mirata sulle reti delle infrastrutture sociali per consentire la formazione di operatori specializzati e consentire l’incrocio tra la domanda ed offerta di lavoro”.