RAFFAELE L’ULTIMO DEI MADONNARI

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Leonardo Pisani By Leonardo Pisani

Si definisce l’ultimo madonnaro, capita spesso di vederlo in feste religiose nei vari centri della Basilicata, ad Avigliano è ormai di casa, viene da anni ed in ogni occasione, conserva sempre il suo posto fisso in Viale Verrastro  ospite gradito di tutta la comunità; arriva, va nel classico pezzo di asfalto diventato il luogo delle sue creazioni; gessi, sabbie, colori e Raffaele Altieri, originario di San Severo dove è nato il 2 Agosto 1959 ma da sempre vissuto a Bari dove ha anche frequentato il liceo artistico , si mette all’opera.  Puglia, Basilicata, Campania e tante altre regioni sono visitate da questo originale artista da strada, che mantiene orgogliosamente in vita quella tradizione del “Madonnaro”. Oltre venti anni di girovagare, oltre venti anni di creazioni di figure di religiosità popolare; un mestiere difficile anche perchè non molto tempo fa vi era il pericolo di essere denunciati per accattonaggio; ebbene sì tra un volto di Madonna o di Santo e le devozioni dei fedeli, il madonnaro professione esistente dall’antichità, poteva esser denunciato per vagabondaggio.sanvito2

Raffaele ne parla con passione, è anche presente sul web per diffondere questa cultura popolare con un blog http://madonnarora.blogspot.it/  , usa internet per  fa conoscere cosa siano i madonnari o madonnai come si diceva una volta; egli l’apprese da giovane da  anziani maestri che di solito la tramandavano di generazione in generazione con i segreti nel preparare le sabbie e di colori. Tecnica anche difficile dato che un tempo le figure erano disegnate su differenti suoli, ben più ostici dell’asfalto moderno o qualche piazza con pietra levigate; nei pressi di Chiese o antichi villaggi vi era il nudo terreno, che permetteva solo l’uso di terre lavorate. Raffaele ancora oggi prepara i colori con essenze naturali come il miele o mischiando le sabbie, oltre utilizzare i moderni strumenti come i gessi. Ma che significa essere Madonnari e quale è il motivo per cui Raffaele si definisce l’ultimo Madonnaro. Anche chi  è ignaro od osserva un madonnaro per la prima volta, percepisce qualcosa di differente; innanzitutto le figure sono solo sacre: Santi, Madonne o Beati e stilizzate secondo un’iconografia popolare. Il primo distinguo, i veri madonnai non copiano ma  interpretano e creano su canoni estetici popolari seppur antichi, infatti non avrebbe non avrebbe senso riprodurre un Raffaello o un Perugino, perchè sarebbe semplici copie di arte colta ma lontana dallo spirito della religiosità del popolo. Poi, se si osserva Raffaele lo si vede spesso ritoccare con la sua mano abile, chino sul “dipinto”, a volte immerso in chissà quali pensieri, ma poi alza lo sguardo e parla con chi osserva, dialoga e cambia ancora qualche particolare. La definisce un lavoro in trance, ma una particolare “trance” attiva, dinamica che percependo l’ambiente e l’umanità circostante, il calore e la devozione dei presenti  quasi  guida nel disegno e nell’uso dei colori e materiali.  Poi è un atto devozionale, le monete offerte non sono per il madonnaro ma per il quadro – altro che accattonaggio- per mille ragioni che vanno dalla devozione o per  una prece  od un voto per il santo o La Madonna; pietà e religiosità popolare, spesso Raffaele accende ceri devozionali, quando lavoro, spesso li portano i fedeli e non è raro vedere uomini e donne in ginocchio per pregare. Sono ormai pochi chi ancora pratica questa antica arte, ben differente dal semplice disegno seppur artistico o ben raffigurato che comunemente è etichettato  come “madonnaro”; ma non è così poiché ogni gesto, ogni attimo del lavoro porta in se  un significato devozionale, un sentimento collettivo e stratificato, mai una rielaborazione intellettuale semmai del dipinto di un genio dell’Arte ma lontano e distante  dalla cultura popolare e del loro modo di intendere e percepire la religione delle antiche popolazioni italiche.

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