SANITA’, SI VA FUORI ANCHE PER UNO STARNUTO. E LA VORAGINE DEBITORIA CRESCE

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Mentre si firmano, tra Basilicata,Campania e Puglia,  accordi di confine che, allo stato dei fatti, sembrano cambiali in bianco emesse da chi non tiene soldi ( e siamo noi lucani), nessuno , a livello politico, si ripiega sul problema dei problemi, e cioè quello da un lato di recuperare i 40 milioni e passa di mobilità passiva del 2022 già certificati a livello statale , dall’altro di tener presente nelle previsioni di bilancio che anche il 2023 viaggia sugli stessi livelli di spesa dell’anno precedente e che  il 2024 si è preso già in media mezzo deficit  e che ,per come vanno le cose, si avvia decisamente verso lo stesso risultato dei due anni precedenti. Per uscire dalle responsabilità di mancata vigilanza , gli uffici regionali hanno prodotto una delibera di recupero del deficit 2022 che impone alle aziende e alle strutture scientifiche e ospedaliere di recuperare il 20 per cento di questa emigrazione sanitaria nell’anno in corso (2024) e il 25 % nell’anno successivo (2025). Considerato che siamo a luglio e che gia l’estate di per sé non  produce grande emigrazione sanitaria, appare quanto meno velleitario pensare che nei soli mesi autunnali si possa procedere oggettivamente al recupero  di quelle percentuali a meno di ricorrere a soluzioni draconiane che limiterebbero fortemente il diritto alla salute e che anche sul piano giuridico sono state bocciate.  Quello che è importante analizzare però, ai fini di una discussione seria su come ridurre il deficit di rendimento tra Basilicata e le regioni che ricevono pazienti lucani , è la tabella di mobilità per i ricoveri attuati, la sola in grado di farci capire che cosa non funziona, per cosa i lucani vanno fuori e che cosa si potrebbe fare per eliminare questo gap. Si ha conferma ad esempio del grave disallineamento nelle operazioni di alta ortopedia, il cui disavanzo quota ben 9 milioni nel solo 2022, 8 per gli arti inferiori e uno per gli arti superiori.. Si va fuori per operazioni all’anca, al ginocchio, alla spalla e pr alcune specialità si va li dove operano medici che lavoravano negli ospedali regionali. Qualcosa vorrà pur dire: un atto di fiducia verso professionalità che avevano ben operato, oppure marketing sapientemente organizzato?. C’è da capire. Così’ come dai dati resi noti relativi al 2022, si capisce che alcuni reparti hanno rirpeso a funzionare bene, come la cardiochirurgia  , l’emodinamica e la reumatologia del San Carlo . che hanno complessivamene risalito la china, menre tanto di cappello va fatto all’ematologia  le cui uscite fuori dai confini riguardano per lo più trapianti di midollo osseo, che pure si fanno, e con successo, in sede. Altre partite in perdita riguardano la neurologia e la pneumologia . Ma le sorprese negative arrivano da reparti che pure hanno tutte le potenzialità per drenare pazienti, come chirurgia generale , chemioterapia, nefrologia interventi alla tiroide ecc. Insomma una situazione molto seria che va affrontata nel solo modo possibile: mettere insieme , disciplina per disciplina, gli operatori del settore e capire che cosa può essere migliorato. Dopo di che, aprire una franca discussione con i medici di famiglia che rappresentano la vera carta vincente per una inversione di tendenza perché lavorano sulla fiducia delle persone e sono in grado oggettivamene di capire quello che funziona e si può fare in regione e quello che non funziona. C’è una barriera di incomunicabilità tra operatori ospedalieri e medici di medicina generale, mentre dovrebbe , tra loro, esserci  un rapporto di franca e totale collaborazione, ben sapendo che il ruolo dei medici di medicina generale nel consigliare oggettivamente un paziente su dove andare è decisivo in questa battaglia. E così capita che chi teme il giudizio dei colleghi esterni tiene la porta chiusa, chi non lo teme, perché conosce il fatto suo ed è convinto di operare bene, la tiene spalancata. Anche questo serve per capire il da farsi. Ma per un lavoro del genere occorrerebbe tornare ai vecchi tempi, quando tutti le settimane c’erano incontri tra la Regione e le aziende per capire come migliorare il rendimento del settore nella sua globalità. Oggi la cosa è ancora è resa difficile da una incomunicabilità orizzontale e verticale, tra enti e tra il vertice aziendale e gli operatori interni. Non ci si parla, ognuno porta avanti la propria quotidianità e nessuno si preoccupa di capire dove e come si possono recuperare risorse guadagnando in funzionalità ed efficienza.  Rocco Rosa  

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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