Se Vito Santarsiero mantiene l’idea di presentare una lista di soli potentini lo fa in base ad un ragionamento politico che non è affatto disprezzabile: portare alla luce il tema di un capoluogo di regione senza governo e senza sostegno. Senza governo, perché tutti ormai si sono fatti l’idea che questa Amministrazione è una pausa della politica, una specie nuova di giuhta del commissario dove si spende per quello che c’è e si fa quel che si può. Noi stessi abbiamo detto che il massimo che poteva fare questa giunta era ridarci una città ordinata e pulita, perché , poste le premesse per un dissesto dichiarato, i margini di manovra erano pochissimi. Che poi il cervello, l’intuizione, la visione di una città potevano creare un valore aggiunto all’azione amministrativa era una speranza da misurarsi in base al peso specifico dei componenti dell’esecutivo municipale e, onestamente, finora la bilancia non si è mossa di una tacca. Senza sostegno, perché , al di là dei 40 milioni con cui Pittella ha messo il cappello sulla città ( e non sono stati poca cosa), non si è visto più niente, certamente anche per colpa di chi non ha saputo tirare fuori uno straccio di idea, un progetto che riguardasse settori in cui la città soffre e che poteva avere un finanziamento straordinario. Siamo 92° su 104 nella classifica della qualità di vita nei capoluoghi di provincia e , se si toglie la differenziata e forse il verde, non c’è niente altro che ci possa far credere che possiamo risalire dalle retrovie. Ora, che Santarsiero si intesti il riscatto di questa città è un argomento sfizioso per chi guarda alla politica come spettacolo sempre vario e nuovo, meno per i cittadini che lo hanno visto all’opera per dieci anni e che certamente non lo considerano cambiamento ma continuità con se stesso. Che poi ci siano undici o dodici consiglieri regionali che sono di Potenza e che sulla città e per la città non hanno speso una mazza, è ancora più grave perché significa che hanno lasciato una intera comunità priva di rappresentanza, spettatori obbligati di un confronto interno tutto nel PD, delle sue battaglie e delle sue speculazioni correntizie. Un modo per dire “vedetevela voi!” ? Errore! Perché in politica vige la teoria dei vasi comunicanti e per ogni spazio che si lascia, c’è uno che lo occupa. Santarsiero ha capito questo e si è mosso molto velocemente per riprendersi la bandiera della potentinità. Ora chi capisce di politica sa che al Congresso , per coerenza, l’ex Sindaco deve presentare un progetto di città, e chiedere che la città torni a far parte di diritto della strategia programmatica del Pd. Mai dire mai e può darsi che questa volta apra il suo intevento al congresso dicendo “amici e compagni, riconosco di aver fatto tanti sbagli… ma tanti!… ”.Chi ben comincia è a metà dell’opera. Rocco Rosa
SE SANTARSIERO SI RIPRENDE LA BANDIERA DEL CAPOLUOGO
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