Neanche dieci giorni fa avevamo scritto che , visto lo scollamento registratosi tra la dirigenza e la base del partito, una scelta sulla collocazione del Pd in questa legislatura non poteva essere presa a Roma ,ma doveva necessariamente coinvolgere direttamente gli iscritti. Una idea di buona democrazia ma soprattutto di buon senso, giacchè se si vuole mantenere un minimo di unità in un partito, l’ultima cosa da fare è che a Roma si mettano a discutere e a litigare su dove andare, con chi andare . Una discussione nella quale inevitabilmente la politica finisce col cedere il posto agli interessi individuali e di carriera. E’ con una certa soddisfazione vedere che le idee buone vanno avanti, se è vero che il nuovo segretario reggente Martina ha in mente proprio questo: una consultazione della base del partito per capire che cosa questa vorrebbe in un inizio di legislatura che non ha consegnato vincitori assoluti ma ha mischiato le carte per una partita nuova e diversa. Prima di lanciare questa consultazione però il reggente dovrebbe far approvare un documento col quale tutti i leader di corrente e tutti i parlamentari si impegnano ad essere coerenti con l’esito del referendum, giacchè non è la prima volta che si ignorano le indicazioni della base, privilegiando rapporti e convenienze personali. Il numero dei parlamentari che hanno cambiato casacca nella scorsa legislatura è da Guinnes dei primati e Berlusconi non vede l’ora di potersene comprare qualcuno, non foss’altro per dire a Salvini che lui ce l’ha più grosso, il gruppo intendo. Sul possibile esito della consultazione non ci sono da fare molti pronostici. Il Sud ha fatto la scelta dei 5 stelle e il Sud confermerà, a mio giudizio, la scelta di far governare i cinque stelle, perché essi sono portatori del cambiamento, essi sono interpreti del disagio e essi sono incaricati di una risposta che interessa tutti. Il modo come consentire al movimento di governare probabilmente sarà materia dei vertici nazionali: da un governo minoritario ad un’alleanza di scopo, ne abbiamo viste tanti negli ultimi vent’anni del secolo scorso che potremmo fare un opuscolo sulla fantasia della politica e sulle giustificazioni che si danno al “ fàmolo strano”. Se così fosse, se cioè una consultazione desse questa indicazione, l’esistenza del centrosinistra sarebbe assicurata , non tanto come occasione per rimanere ai margini del potere , godendo di strapuntini, quando come opportunità salvifica di avere il tempo per riorganizzarsi in direzione di una politica che ridia prestigio, scopo e dignità alla parte riformista del paese rimettendolo in concorrenza con una forza che , passando dalla protesta al governo, deve necessariamente pagare pegno. Far dimenticare la cattiva politica messa in atto in questi anni di centrosinistra, di potere più che di governo, ( e sono francamente meschine le manovre Orlandiane nel pd di fare di Renzi e del renzismo il solo capro espiatorio, confermando la regola che, quando la barca va, tutti a prendere il sole e, quando ci sono difficoltà, la colpa è del timoniere) tutta attorcigliata intorno a convenienze personali, dimentica della periferia, sorda verso i giovani, è una operazione che può riuscire se ci si mette con l’intenzione di dimostrare che le buone politiche, le buone soluzioni, l’esperienza migliore di governo, sono comunque un patrimonio del Paese. L’asticella della proposta politica più alta è più può marcare la differenza. Io Martina non lo sottovaluto. Non è di quelli che se la menano, ma di quelli che si fanno notare per serietà e per determinazione. rocco rosa
SE MARTINA CONSULTA, LA BASE ANDRA’ ALLE STELLE
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