STORICITÀ E BELLEZZA DELLA CATTEDRA VESCOVILE DI MELFI

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Presentazione di volume nel Salone degli Stemmi dell’Episcopio. Nostra nota su progetto di rimozione negli anni 2000, non realizzato.

di Franco Cacciatore

 

Nel Salone degli Stemmi del Palazzo Vescovile, presentato il volume “Storia della Cattedra Vescovile melfitana” di Romeo Tarcisio Palumbo. La cerimonia ha visto gli interventi del vescovo di Melfi, Ciro Fanelli, del sindaco Giuseppe  Maglione, dello storico Enzo Navazio, di Mons. Ciro Guerra,  responsabile dei beni culturali della Curia, dell’assessore Alessandro Panico. A fare da filo conduttore Michele Masciale, Presidente dell’Università Popolare che ha tracciato la figura dell’autore, uomo di scuola che all’arte culinaria unisce la sua profonda passione di ricercatore e cultore della storia. La sua pubblicazione che consta di 400 pagine è frutto di dieci anni di studio e ricerca, e mostra l’importanza dell’opera d’arte, espressione della grandezza della Chiesa di Melfi. A sottolinearlo il Sindaco Maglione nel suo saluto, che ha evidenziato quanto l’importanza della città nel tempo sia stata legata alla storia della Chiesa. Da parte sua il Vescovo Fanelli ha posto l’accento su quanto cattedra, ambone e altare, da attribuire al Vescovo Spinelli (1697-1727), siano espressione  nel millenario iter pastorale della diocesi di Melfi iniziato nel 1037. Navazio ha spaziato nelle sue interessanti ricerche unendo il succedersi delle dinastie che hanno posseduto Melfi al potere spirituale. Di altrettanta rilevanza Mons. Guerra, che ha ancora evidenziata la bellezza del trono episcopale, espressione dell’opera dei Vescovi che hanno governato la diocesi  di Melfi con diretta dipendenza dalla Santa Sede. L’assessore Panico l’attenzione dell’Amministrazione verso le pubblicazioni in atto sulla storia della città.

A chiudere l’autore Palumbo ha sottolineato il suo legame alla città per essere suo padre parte di quella storia di amministratori di terre baronali. Nello specifico di Monteverde, legata a Melfi.  Poi la ricerca, innestata alla prima pubblicazione sulla storia melfitana del 1866 di Gennaro Araneo, canonico primicerio della cattedrale di Melfi. La cattedra vescovile, opera che alla bellezza artistica unisce simbolicamente tutta la storia dei vescovi che si sono succeduti in un episcopio che ha accolti Papi, Santi e Imperatori. Una citazione per tutte, Richerio, vescovo melfitano che ha governato dal 1215 al 1251, collaboratore di Federico II. Con lui ha combattuto e nel contempo  collaborato alla stesura delle sue Costituzioni. Per ultimo l’invito a vivere con lui le sensazioni dai lui vissute partendo da una cattedra vescovile che è la storia di una diocesi, che ha vissuto ruoli di primissimo piano nell’ambito della Chiesa.

A margine è da dire che la realizzazione del volume rende giustizia all’opera d’arte, che la chiesa di Melfi conserva. Purtroppo negli anni 2000 era in atto progetto di rimozione, per ritenersi di intralcio alle funzioni religiose. Per fortuna non realizzato. All’epoca sorse un movimento perché la grave sottrazione alla Basilica Cattedrale di Melfi non avvenisse. La notizia, che aveva allarmato, si era così diffusa che nel luglio 2011 il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale, a Melfi per l’inaugurazione del rinnovato Museo Diocesano, in nostra intervista, definì la cattedra (sulla quale aveva voluto sedere) di mirabile bellezza e ci raccomandò “a non portarla via”. 

 

Foto. Locandina della presentazione. Tavolo della presidenza con intervento Vescovo Fanelli. La storia di Melfi di Gennaro Araneo del 1866. La cattedra episcopale nella sua originale struttura ed oggi, con l’eliminazione dei gradini che correvano intorno, inizio del progetto di rimozione.

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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