NINO CARELLA
Fra le tante missive che intasano le redazioni dei giornali, da parte di esponenti politici di opposizione, di maggioranza, dissidenti, dissidenti pentiti, prefetti, cittadini indignati e cittadini speranzosi, forse la più sensata è proprio quella dell’arcivescovo di Matera-Irsina Pino Caiazzo, che intervenuto sulla crisi politica materana ebbe ad auspicare già diverse settimane fa, una veloce ricomposizione nel nome dell’unità.
Quella che sembrava essere ad una prima lettura una sponda all’inciucio, la sponsorizzazione “a divinis” dell’inciucio, appare piuttosto a distanza di qualche giorno un laico: “qualsiasi cosa, ma fate presto, e fate bene”. Per tutta risposta, come quando il Parlamento unito si spellò le mani per salutare il discorso di Napolitano, eletto per la seconda volta Capo dello Stato, che picchiava duro sul Parlamento e la classe dirigente incapaci di dare le – pur semplici – risposte che il Paese da decenni attendeva, così la classe politica materana, pur apprezzando unanimemente le parole del Vescovo, ad oggi non è riuscita ad affrontare né presto, né bene, la crisi del suo Comune.
È dovuto intervenire addirittura il Prefetto, lanciando un preciso ultimatum: l’approvazione del bilancio non potrà essere rimandato all’infinito. Tradotto: fate presto, fate bene, che se no andate a casa.
Cos’è che blocca la soluzione di una crisi che pure è palese da ben prima che fosse ufficialmente dichiarata dal sindaco? A parere di chi scrive, il diverso approccio che caratterizza una parte (il sindaco e la sua maggioranza) e l’altra (il Partito Democratico); con in mezzo i dissidenti che attendono solo di capire dove si andrà a parare, per meglio piazzare le proprie truppe.
Leggo infatti che il sindaco avrebbe offerto nientemeno che 4 assessori, la Presidenza del Consiglio e della Fondazione Matera 2019 al PD. Un’offerta assai generosa, che se il problema fossero solo le poltrone, sarebbe certamente già stata accettata. Il PD pare invece ragionare su un piano totalmente diverso, e più politico: l’eventuale ingresso in maggioranza di tanta parte di opposizione dev’essere giustificato come soluzione eccezionale e momentanea, e solo in nome di Matera 2019, e quindi cementata da un chiaro orizzonte programmatico (al di là delle bizze della sua maggioranza, la vision cortissima del sindaco e del suo governo è la colpa maggiore di questa consiliatura) e dalla totale discontinuità col governo precedente. Tradotto: tutti a casa gli assessori che hanno preso parte al governo De Ruggieri finora, compreso il megalomane staff del sindaco che pesa come un macigno sul bilancio comunale oggetto di discussione (si é calcolato che DR spenda ogni anno per la sua attività quanto il precedente governo Adduce aveva speso in quasi tutto il suo mandato).
E qui è il nodo che, come abbiamo avuto modo di evidenziare anche in altre occasioni, rende impossibile proseguire, presto e bene come chiedono il vescovo, il prefetto, e tutti i cittadini. Su questo piano l’incomunicabilità tra PD e De Ruggieri appare totale e irrisolvibile, dal momento che per quest’ultimo e tanta parte della maggioranza il problema è solo di numeri, ma non amministrativo. Anzi, il governo sta facendo tanto e tanto bene.
Premesse assai cattive per l’eventuale matrimonio ostile tra maggioranza e opposizione, al netto della posizione dei dissidenti di cui nessuno vuole prendersi in carico (peraltro sono gli stessi che misero in croce Adduce tanto quanto oggi De Ruggieri). E pur contando la proverbiale resilienza materana, e la capacità di adattamento ad ambienti ostili per proteggere e generare la vita, sembra difficile che su un terreno di partenza così arido possa venir su una pianta verde, rigogliosa, senza spine.
Difficile infatti che da un siffatto minestrone possa uscirne qualcosa di buono. Anche se fare peggio di adesso appare difficile, la città non merita altri mesi di tensione e di blocco, per palese incomunicabilità tra le parti politiche che dovrebbero guidarla nei processi. Non c’è da stupirsi che di fronte a questo scenario, il commissariamento comincia a non apparire più una soluzione tanto malvagia.
Anche per questo il PD sembra intenzionato a uscire dal silenzio stampa per comunicare che l’esito della seria valutazione della situazione, non è una strada percorribile. Ma quale PD? Perchè il recente comunicato stampa degli antezziani pare rendere evidente quale parte del PD caldeggia l’inciucio e quale ne mantiene prudenti e sospettose distanze. Una frattura, quella tra renziani-antezziani e il resto del partito, da sempre presente, già dai tempi della scorsa campagna elettorale, e da prima ancora. Sulla quale il prossimo Congresso potrebbe giocare un ruolo decisivo, allargandola o – clamorosamente, visto il trattamento riservato da Pittella ai suoi alleati renziani – riducendola.
E mentre Matera si guarda allo specchio (e in TV, sdoganando in città il genere televisivo più pop e contemporaneo: la fiction), ma riconoscendosi fino a un certo punto, augurandosi sempre il meglio per il giorno dopo, i materani si preparano ad un’altra stagione.
Politica, turistica, e (forse, anche) televisiva.
E allora: alla prossima puntata.