ZIO DECIO

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Trent’anni fa l’agguato a Decio Scardacicone, senatore della Repubblica, padre nobile della Basilicata e grande persona. Oggi, alla luce di quanto succede, possiamo dire che è stato il primo attentato di mafia in Basilicata, se per mafia si intende l’appropriarsi di bene pubblico con metodi mafiosi che vanno dalla corruzione, al ricatto alla violenza, al delitto. Ci hanno provato con i primi due strumenti senza riuscirvi e poi sono passati nell’ordine agli altri due ,arrivando ad un passo dal risultato che si erano prefissi.  L’hanno chiamata gambizzazione perchè allora non si voleva credere alla infiltrazione della mafia e anche i resoconti erano prudenti per non bruciare l’immagine dell’isola felice. E questa ipocrisia è stata portata avanti per molto tempo, fino ai processi finiti in sentenze che hanno fatto finta di accendere i riflettori e invece li hanno spenti. Oggi la cronaca ci riporta non un accadimento, ma il volto di un uomo, la sua immagine, i ricordi che si hanno di lui. E quando uno è veramente grande, ogni ricordo ne accende un altro, richiama cose dimenticate e che invece sono importanti per capire la persona con la quale hai avuto la fortuna di rapportarti.   Era un grande economista, e tutti lo sappiamo . Era un docente di prima grandezza, e questo è anche noto.  Meno noto era che quella riforma agraria che lo doveva vedere dal lato degli espropriati, dei latifondisti, dei nobili , lo ha visto dall’altro versante , di quelli che sanno essere lungimiranti, sanno pensare al Paese, alle sue necessità, anche attraverso una solidarietà reale che significa dare opportunità a tutti. Ha preso i contadini e ne ha fatto dei piccoli imprenditori, ha bonificato la palude metapontina e ne ha fatto la california del Sud, fin o al punto che quelle terre erano appetite al punto di….Ma , per me che per alcuni anni gli sono stato vicino, con la fame che ho sempre avuto di apprendere da chi ne sapeva più di me, resta una visita che ora è tornata nei ricordi: millenovecentosettantadue ,luglio, una radura in una zona boschiva della Val d’agri di cui non ricordo il nome, imbrattata di un liquido nero. “ sai che cosa è? E’ petrolio. Ce n’è tanto che fuoriesce in superficie. Potrebbe essere la fortuna di questa regione, ma il suo sfruttamento è pericoloso quanto una bomba. E’ la vita o la morte della Basilicata”. Zio Decio era una grande persona . Da quell’agguato è uscito malconcio ma vivo, grazie al suo autista eroico, di un eroismo che è stato  fortificato dall’affetto che portava a quell’uomo generoso,buono,altruista, capace di relazioni forti. Nobile per animo, prima che per censo. Non voglio ricordare gli anni successivi, quando si è arreso al fato e viveva col freddo addosso, solo aspettando di ritrovare il Sole della sua vita . So solamente che ogni volta che lo ricordo scopro aspetti belli che si erano persi per strada, nel labirinto della mia memoria. Ciao Zio Decio. Io so di poterti chiamare Zio. Rocco Rosa

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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