by ROCCO ROSA

Debbo ascrivere all’immediata vigilia elettorale la polemica innestata dal consigliere regionale Gianni Leggieri sulla iniziativa di Regione ed Anci di proporre la Basilicata come zona franca energetica e approvata da cento consigli comunali. La maggiora parte dei quali le trivelle non le vorrebbe, non le ama e ne farebbe volentieri a meno. Se non fosse per il fatto che, quelle che sono state messe, ce le dobbiamo tenere fino alla concorrenza della quantità estrattiva pattuita. Il consigliere dei 5 Stelle dice che è una idea malsana, questa della fiscalità differenziata, perché introduce il concetto che con l’estrazione si può convivere purchè se ne abbiano vantaggi per la collettività. Compensazioni, appunto. Scopo quindi di questa campagna dei comuni sarebbe, secondo Leggieri, quello di  far cambiare la percezione della gente nei confronti del petrolio ,rendendo possibile lo scambio tra consenso diffuso e vantaggi diffusi. Non critico la posizione del consigliere regionale pentastellato sul petrolio. Mi incuriosisce il suo modo di vedere questa rivendicazione come un pubblicità subliminale, occulta, fatta entrare di straforo dall’orecchio perché pianti radici nella mente dei lucani e li converta alla religione dell’oro nero. Il fatto è , caro consigliere, che la gente è incazzata proprio per il fatto che sulla questione ci sono stati vantaggi privati e disagi diffusi, nel senso che anziché trattare la questione come una occasione straordinaria di crescita nella sicurezza, hanno lucrato da tutte le parti sulla pelle della gente, chiudendo gli occhi, minimizzando la vigilanza e tenendo rapporti servili e / o ricattatori con le compagnie petrolifere. Questo da un lato. Dall’altro hanno agito come se fossero diventati super ricchi, chiudendo gli occhi ogni volta che il Governo ci toglieva qualcosa in termini di trasferimento o di servizi. Che ce frega, abbiamo le royalties! E questo per la sanità, questo per l’Università, questo per l’assistenza, questo per le strade, questo per i forestali: insomma abbiamo fatto il capolavoro di una Regione che è stata capace di far sostituire le entrate ordinarie con quelle straordinarie che non sono diventate aggiuntive ma sostitutive. Cento Comuni stanno dicendo che chi li ha fregati una volta non può più permettersi di continuare a farlo. Che i rimborsi debbono passare direttamente e senza mani terze verso la sviluppo diffuso e che il solo modo per passarvi è di creare condizioni favorevoli all’impresa libera, all’imprenditore che vuole rischiare e ad una comunità che intende attivare tutte le forze e tutte le energie per farlo. E’ora che lo Stato faccia lo Stato e non l’arbitro fra due giocatori che finora hanno dato ognuno il peggio di sé.